Proseguono le notti di violenza a Belfast, in Irlanda del Nord. La rabbia dei lealisti protestanti si è manifestata in tutta la sua forza con lanci di pietre, proiettili e bottiglie molotov contro le Forze dell’Ordine, in tenuta antisommossa e rinforzate di unità cinofili.
Il fatto: le violazioni delle misure anticovid del Sinn Fein
Quel che sta accadendo in Irlanda del Nord, al netto dei precedenti storici e della rivalità antiche tra Sud e Nord rispetto alla più o meno terziarietà della Gran Bretagna, è da ricondurre a due ragioni. Il primo movente è la recente decisione della Polizia locale di non procedere contro i leader del Sinn Fein, il partito cattolico repubblicano, che l’anno scorso avevano violato le restrizioni per il Covid. Lo avevano fatto in occasione dei funerali di un ex capo dell’Ira, gruppo paramilitare di cui il Sinn Fein è espressione politica.
I precedenti disagi dalla Brexit: dentro e fuori dall’UE
Nei lealisti però pare stesse covando da mesi il disagio derivato dalla Brexit. L’Irlanda del Nord di fatto è rimasta dentro il mercato unico. Questo come conseguenza degli accordi fra Londra e Bruxelles per evitare il ritorno a un confine fisico con la Repubblica d’Irlanda a Sud, dentro l’UE. Ma è accaduto, in pratica, un allentamento fra Gran Bretagna e Irlanda del Nord con disagi sugli approvvigionamenti, ritardati da difficoltà burocratiche e controlli doganali. Questo punto in particolare incarna un grande paradosso, laddove la Brexit si era prefissata di preservare la pace in Irlanda. Ma cosa accade se, evitando il confine Nord-Sud Irlanda, si finisce per tirare un divisorio fra Irlanda del Nord e Gran Bretagna? A Londra e Dublino l’arduo compito di trovare una quadra.
Gli ‘storici’ problemi di identità britannica compromessa
Andando ancora più a fondo, laddove rispuntano vecchi e sanguinosi dissapori della storia irlandese, resta irrisolto il problema identitario. Succede cioè che i lealisti protestanti vedono messa in discussione la loro identità britannica. Inoltre – soprattutto – temono che questa perdita di identità dall’allentamento dei rapporti con la Gran Bretagna possa finire per far ritornare all’unificazione con la Repubblica di Dublino. Questa prospettiva è ampiamente sostenuta dagli avversari, i cattolici del Sinn Fein, che a 100 anni dalla divisione dell’Irlanda stanno chiedendo un referendum sulla riunificazione.