USA Israele, soluzione Borell: troppi morti? Meno armi. Intanto 1,4 milioni di civili a Rafah

“Il Presidente Biden ha detto che i morti civili a Gaza sono troppi. Se sono troppi allora forse devi dare a Israele meno armi, è abbastanza logico”. Così l’Alto rappresentante UE Josep Borrell nel corso della conferenza stampa con il commissario dell’agenzia Unrwa dell’ONU Philippe Lazzarini.

E ancora: “Tutti vanno a Tel Aviv e chiedono ‘per piacere, ci sono troppe vittime, uccidete meno civili’ ma Benjamin Netanyahu non ascolta nessuno. Forse è il caso di smettere di chiedere per piacere e fare qualcosa”. E quando poi si fa riferimento agli ordini di evacuazione d’Israele risponde:“E dove, sulla luna?”.

Il Consiglio di Borrell arriva all’indomani dell’emersione di un principio di rottura Biden Netanyahu. In particolare i collaboratori di Biden hanno incoraggiato il Presidente a prendere le distanze e “essere in pubblico più critico nei confronti del primo ministro sull’operazione militare del suo Paese a Gaza”, pur rimanendo a sostegno dell’iniziativa, certo. Qui sfugge la logica intimata da Borrel.

Non a caso Biden negli ultimi giorni ha espresso alcune delle sue critiche più aspre nei confronti di Israele, definendo “esagerata” la sua risposta a Gaza dopo il 7 ottobre. Intanto un Alto funzionario dell’Amministrazione Biden ha confermato alla Nbc News che c’è “una crescente divisione tra Stati Uniti e Israele”, in particolare sulla potenziale operazione a Rafah.

1,4 milioni di civili sfollati a Rafah

A Rafah, nel sud della Striscia, si calcola siano raccolti 1,4 milioni di civili. La popolazione è costituita in parte da persone costrette già a lasciare altre zone dell’enclave. Le forze israeliane “stanno lavorando” alla creazione di un passaggio sicuro per consentire l’uscita da Rafah dei civili palestinesi, garantisce Netanyahu, in una intervista alla Abc.

“Sono d’accordo con gli americani (quando dicono che non sosterranno una operazione israeliana a Rafah se non si si considera la sicurezza di chi ci vive, ndr). Lo faremo, garantendo un passaggio sicuro per i civili, per farli uscire. Stiamo lavorando a un piano dettagliato”, dice Netanyahu.

Nelle stesse ore, il Premier israeliano ribadisce che la vittoria “richiede il nostro controllo di sicurezza e la responsabilità ultima in materia di sicurezza sull’intera area a ovest della Giordania, compresa la Striscia di Gaza”. “Non c’è nessun sostituto – dice visitando una base dell’esercito a Julis -. Ci sarà sempre il controllo di sicurezza israeliano, e se ciò richiederà la nostra presenza all’interno (di Gaza, ndr), allora ci sarà una presenza all’interno”. Netanyahu afferma ancora che che la vittoria è “a portata di mano” e che, sebbene ci vorrà tempo, non serviranno anni. “È una battaglia difficile, ma una battaglia che stiamo vincendo, per la smilitarizzazione della Striscia”.

 

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