Nel corso di una trasmissione a Radio Popolare sono stati svelati gli intricati meccanismi che hanno portato in Italia all’estensione dei brevetti di alcuni vaccini fino a 5 anni, oltre i 20 canonici. Un blocco per la ricerca di altri possibili vaccini, un danno per la salute di tutti ma profitti miliardari per le aziende farmaceutiche Milano, 11 gennaio 2022.
Mentre il mondo chiede a gran voce la sospensione temporanea dei brevetti per i vaccini anti Covid, come uno degli strumenti fondamentali per aumentarne la produzione, abbassarne il costo e bloccare la pandemia, in Italia accade il paradosso: nel 2021, l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) ha accordato l’estensione fino a 5 anni, oltre i 20 canonici, per i brevetti relativi a due vaccini per due società: la tedesca Curevac e l’inglese Oxford University, la prima relativamente al vaccino Astrazeneca, e la seconda per i vaccini Pfizer e Moderna.
Durante la trasmissione 37e2 su Radio Popolare, sono stati portati i risultati di una indagine inedita realizzata da Lorenzo Cassi, Professore Associato di Economia alla Sorbona e dal prof. Vittorio Agnoletto. “Sconcerto e sorpresa è dir poco– ha detto Vittorio Agnoletto, medico e Coordinatore della Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic- perchè questo prolungamento del certificato di protezione sul brevetto, costituisce di fatto un blocco alla ricerca di altri vaccini per altre aziende operanti in Italia, come ad esempio potrebbe essere ReiThera. Così come potrebbe verificarsi l’assurdo che vaccini prodotti in altri Paesi, come il Sudafrica, dove questi brevetti sono scaduti, non potranno essere commercializzati in Italia: tutto questo si traduce in un danno per la salute pubblica, ma in profitti miliardari per Big Pharma. Per citare, Pfizer nel 2021 ha realizzato profitti per 81 miliardi, il doppio dell’anno precedente!”.
“L’Ufficio brevetti italiano – ha detto il prof Lorenzo Cassi- ha concesso l’estensione a questi due brevetti, estensione prevista per recuperare il tempo assorbito dalla procedura autorizzativa per l’immissione in commercio del prodotto, ma in realtà questi stessi vaccini hanno già beneficiato, vista l’emergenza, di modalità e tempi privilegiati con le autorizzazioni EMA per la immissione in commercio. Di conseguenza, a me sembra che sia non giustificabile la concessione di questa ulteriore protezione, prolungando la durata dei brevetti.”
Perplessità accentuata dal fatto che la richiesta del prolungamento fino ad altri 5 anni da Curevac e Oxford University per i relativi brevetti è stata chiesta in diversi Paesi fra cui la Francia che lo ha rifiutato, altri come Svizzera, Spagna e Gran Bretagna non hanno ancora risposto, mentre invece l’Italia, ha dato l’ok in tempi rapidissimi.
“L’Ufficio Brevetti– ha sottolineato Vittorio Agnoletto- opera presso il MISE, il Ministero presieduto da Giancarlo Giorgetti, ma è difficile pensare che una simile decisione sia avvenuta all’insaputa del Ministro della Sanità e del Presidente del Consiglio. Chiedo spiegazioni al Governo italiano. Tali estensioni devono essere rimosse, nell’interesse prioritario della salute pubblica.”