Britney Spears porta in tribunale il padre, nel giorno del “Britney Day”

Nel 2008, la principessina del pop mondiale è stata considerata non in grado di gestire il suo patrimonio e di prendere delle scelte in autonomia. Tutore di tutto è stato nominato il padre Jamie Spears.
Tutto parte nel 2007 quando Britney entrò in una clinica di riabilitazione ad Antigua nei Caraibi, in cui trascorse meno di 24 ore. La notte seguente si recò presso un parrucchiere di Los Angeles e, secondo alcuni testimoni, dopo il rifiuto da parte della parrucchiera alla richiesta di rasarle a zero la testa, Britney prese un rasoio elettrico e lo fece da sola. L’episodio finì sulle prime pagine di quotidiani, riviste e siti di gossip di gran parte del globo.

Oggi Britney Spear vuole riprendersi la sua vita e la tutela dei figli (non può possedere carte di credito, non può guidare, non può firmare contratti), cosa che non può fare da ormai 12 anni cioè da quando la conservatorship la definita non capace di intendere e volere.
Cosi il suo avvocato ha annunciato che il 10 novembre verrà discussa in tribunale la possibilità che il padre smetta di essere il suo tutore, così da riprendere in mano vita e carriera.

Nel 2018 i fan di tutto il mondo hanno fatto partire una petizione online con l’hastag #freebritney che chiedeva la sua “liberazione” dalle grinfie del padre, che secondo molte voci non avrebbe sempre agito per tutelare gli interessi della figlia.

L’ultima apparizione di Britney Spears risale al 4 gennaio 2019, data in cui lei annunciò a mezzo social l’annullamento del Britney: Domination, che sarebbe dovuto essere il suo secondo residency-show a Las Vegas, città che ha proclamato Britney “Santa” istituendo una giornata per onorarla come indiscussa icona della “città del peccato”, il “Britney Day”, che ricorre il 5 novembre di ogni anno.

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