Campobasso, segregata al freddo per anni. Aperte indagini

Un tragico episodio di violenza inframuraria è emerso in provincia di Campobasso. La vittima è unanziana donna, i suoi aguzzini il fratello e la cognata.

La tragica vicenda inizia nel 1995. In quell’anno la donna, giovanissima, rimane vedova. Il fratello e la cognata la accolgono in casa, nella stanza che era stata degli anziani genitori. I primi anni di convivenza trascorrono in tranquillità. Poco dopo però la deriva.

Per anni in una camera senza riscaldamento, chiusa da fuori

La donna viene costretta a spostarsi in una stanza ricavata di fianco alla legnaia. Una camera senza riscaldamento, accessibile mediante una scala a chiocciola esterna e dotata di un sistema di chiusura dallesterno. Un metodo rudimentale, ovvero uno spago resistente legato ad un chiodo ancorato sul muro, allo scopo di impedire alla donna di uscire in assenza dei coniugi.

Per anni non ha cure mediche. Solo sporadicamente viene accompagnata da una parrucchiera. Qui viene sorvegliata a vista dalla cognata. Non esce mai da sola neanche per andare sulla tomba del defunto marito, non le viene mai concesso di fare due chiacchiere con nessuno.

Una segnalazione ai Carabinieri l’ha salvata. Aperta l’indagine

Qualche mese fa, fortunatamente, una segnalazione attiva la macchina della giustizia e dei Carabinieri. Questi ultimi entrano per un accertamento della segnalazione e richiedono il supporto di personale specializzato. Solo qualche giorno fa la donna varca la soglia della Stazione dei Carabinieri di Bojano. Viene sentita dal Maresciallo alla presenza di un consulente nominato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso. Lo stesso che segue le indagini sulle condotte delittuose cui dovranno rispondere i coniugi.

Rassicurata del fatto che non avrebbe più fatto ritorno in quellabitazione e messa a suo agio, denuncia ventanni e più di privazioni  e vessazioni psicologiche e fisiche, con tanto di percosse e schiaffi da entrambe. Racconta dell’igiene concessale: una vasca del bucato una volta al mese, niente bagno nè riscaldamento.Racconta dei tantissimi tentativi di chiedere aiuto, per troppo tempo inascoltati. La donna è adesso in una struttura protetta e sottoposta alle cure del caso. Si mostra molto lucida e precisa nel racconto nonostante il vissuto.

Denunciare e ascoltare le richieste di aiuto di chi ci sta vicino

Il Comandante della Compagnia Carabinieri di Bojano nellevidenziare le professionalità dei militari operanti, sottolinea, ancora una volta, l’importanza di denunciare sempre e tempestivamente le violenze. Contestualmente di non voltare la testa, di ascoltare le richieste di aiuto, anche se velate, di vicini di casa, conoscenti o semplici coinquilini e segnalarle ai Carabinieri. “Solo vincendo il muro dellomertà si potrà costruire una società migliore che garantisca a tutti gli stessi diritti e ponga fine alle sopraffazioni”, scrive il Comandante nella nota.

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