Si chiama Carta del Perdono ed è così che i talebani vogliono riportare i “traditori” sulla retta via. Per evitare le pubbliche esecuzioni i talebani stanno invitando i funzionari pubblici, dipendenti del Governo, militari, staff del Governo e membri delle ong. “Perdoneremo tutti. Non intendiamo vendicarci” questo l’annuncio dei leader talebani all’ingresso di Herat.
Da qui la richiesta, a tutti i cittadini, di presentarsi negli uffici preposti per fornire tutti i propri dati anagrafici e altre informazioni; nome e cognome, stato di famiglia, professione, origini. Solo così gli abitanti di Herat, almeno quelli che si sono presentati, hanno potuto ricevere in cambio la Forgiveness Card ovvero la Carta del Perdono.
Sempre nella città di Herat le donne non hanno ancora chiaro cosa le aspetti. In un primo momento ad esempio all’Università, sembrava che le ragazze potessero frequentare i corsi normalmente e la possibilità alle docenti donne di avere una cattedra. Poi il permesso dell’insegnamento viene concesso soltanto a quelle di rango più alto.
“È stata dichiarata un’amnistia generale per tutti, quindi potete riprendere il vostro stile di vita con piena fiducia” queste le parole comunicate tramite la tv di Stato da Enamullah Samangani, membro della commissione culturale del nuovo regime. “L’Emirato islamico non vuole che le donne siano vittime, ma anzi dovrebbero avere ruoli nella struttura di governo ma in accordo con la Sharia“.
I talebani daranno ancora qualche giorno di tempo ai cittadini per recarsi di loro spontanea volontà nel centro del perdono per registrarsi, consegnare le armi se in loro possesso e richiedere la loro Carta del Perdono. Dal momento in cui i talebani cominceranno le perquisizioni casa per casa ad Herat i “traditori” potrebbero essere giustiziati immediatamente e in pubblica piazza.