La difesa di Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio aggravato della figlia, morta di stenti a 18 mesi, chiede l’assoluzione.
“Se mi dovessi togliere questo cencio nero dalle spalle direi che è un mostro, ha fatto una cosa terribile, tremenda. Oggi dalla parte civile viene definita lussuriosa, ma qui non stiamo dando giudizi morali ma per applicare la legge nel miglior modo possibile e per questo vi chiedo l’assoluzione di Alessia Pifferi. E’ evidente che non volesse uccidere la bambina. Ha avuto una vita terribile, è crescita nell’incuria e nell’abbandono, non voglio accusare nessuno“.
Queste le parole della difesa della Pifferi, riportate dall’Adnkronos. La parte civile, invece, è di tutt’altro avviso: “Ci troviamo di fronte a una condotta di natura volontaria. A un caso agghiacciante in cui la responsabilità è chiara a seguito di granitiche prove. In questo processo c’è solo una verità. Alessia Pifferi è colpevole dell’omicidio della piccola Diana, sapeva benissimo che abbandonando la figlia in quel modo ne avrebbe provocato la morte. Alessia Pifferi decide autonomamente di lasciare la figlia in casa, mente al compagno e ai familiari su dove è la bambina. Il dubbio sull’imputabilità è stato smantellato dalla perizia che sostiene che era capace di intendere e volere al momento del fatto e questo dato non è superabile da nessun problema cognitivo dell’infanzia o dalla sua poca volontà di studiare da bambina”.
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