Caso Rizzi: arrestato medico oncologo per concussione aggravata

Ieri i militari della Sezione di P.G. Carabinieri della Procura della Repubblica di Bari, unitamente a militari della Stazione Carabinieri di Bari S. Spirito, hanno arrestato il dr. Rizzi Giuseppe medico oncologo già in servizio presso l’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari resosi responsabile del reato di “concussione aggravata e continuata” in concorso con la propria compagna Avv. Sancipriani Maria Antonietta.

Il medico abusando della qualità e dei poteri di Pubblico Ufficiale, Dirigente medico presso il Dipartimento di oncologia dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, durante lo svolgimento della sua attività professionale sia in orario di servizio che fuori turno eseguiva sul suo paziente oncologico, affetto da accertata e grave patologia, ed in trattamento presso il citato Istituto, prestazioni mediche ed in particolare iniezioni di un farmaco per la cui somministrazione, benché prevista a titolo gratuito in quanto a totale carico del S.S.N., costringendo il paziente al pagamento in suo favore di ingenti somme di denaro nonché di altre utilità sia presso la struttura ospedaliera che presso il patronato CAF (sito in Bari) in uso alla compagna e co-indagata, adibito nell’occasione ad ambulatorio medico di certa natura illegale.

Le condotte venivano poste in essere dalla coppia approfittando delle gravi condizioni psico-fisiche della vittima che versava in uno stato psicologico di soggezione e di reverenza oltre che di totale fiducia nel suo medico, al punto (quest’ultimo) di indurre la vittima a riconoscerlo quale unico referente in grado di garantirgli la sopravvivenza e così ottenendo illecitamente la somma di denaro contante di circa 130mila Euro, regalie di ingente valore, lavori edili ed altre utilità. L’Autorità Giudiziaria ha altresì emesso a carico di Rizzi specifico “Decreto di sequestro preventivo d’urgenza per equivalente” della somma di denaro pari a 136mila Euro quale profitto del reato ai fini della confisca per equivalente presso un istituto bancario locale.

Le indagini, avviate a seguito di specifiche segnalazioni pervenute ai Carabinieri dai familiari del paziente – nel frattempo deceduto per la grave patologia tumorale di cui era affetto – e dallo stesso Istituto Tumori di Bari, hanno consentito di acclarare il disegno criminoso ideato dalla coppia al fine di ottenere enormi ed indebiti vantaggi economico ai danni della vittima, ribadendo  le proprie abilità mediche e fornendo allo stesso tempo false speranze di sopravvivenza al paziente che – pur di restare in vita – continuava a soddisfare le ingenti e costanti richieste di denaro del professionista, dilapidando a sua volta il proprio patrimonio tanto da dover ricorrere agli aiuti economici di amici e parenti.

Durante la perquisizione gli operanti hanno rinvenuto reperti archeologici in ordine ai quali è stato chiesto l’intervento e la consulenza di personale specializzato del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico che ha proceduto al successivo sequestro nonché ben occultate all’interno di buste e scatole per calzature ingenti somme di denaro in contante (circa 1.900.000,00 Euro) anch’esse sequestrate.

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