Caso Zaki, altri 45 giorni di carcere in Egitto e “no” al cambio dei giudici

Altri 45 giorni di carcere e no al cambio dei giudici per Patrick Zaki. Lo studente dell’Università di Bologna rimane detenuto in Egitto. Subito l’SOS di Riccardo Noury di Amnesty Italia commenta: “la Farnesina convochi l’ambasciatore egiziano per esprimere protesta e chiedere il rilascio di Patrick Zaki“. L’associazione insieme agli attivisti della pagina Facebook “Patrick libero” tornano a chiedere il rilascio immediato.


La soluzione: cittadinanza italiana a Zaki subito

Anche i partiti commentano la notizia attraverso i social. Nicola Fratoianni, Segretario Nazionale di Sinistra italiana scrive: “L’unica cosa da fare è conferire la cittadinanza italiana a Patrick, mettere in discussione i trattati economici con l’Egitto, convocare immediatamente l’ambasciatore egiziano e chiedere formalmente il rilascio di Patrick. Cosa si sta aspettando?“. Dello stesso avviso anche la Capogruppo al Senato del PD, Simona Malpezzi. “Nel corso dell’ufficio di presidenza – e Malpezzi si riferisce a quella di oggi – proporrò a tutti i colleghi di sostenere la calendarizzazione della mozione del Partito democratico che impegna il Governo ad intraprendere con urgenza tutte le iniziative necessarie affinché a Zaki sia riconosciuta la cittadinanza italiana e ad adoperarsi in tutte le sedi per chiedere all’Egitto di rilasciare il giovane studente“. Le Deputate e i Deputati del M5S in Commissione Esteri aggiungono un tema: l’intervento dell’Europa. “L’Italia non può rimanere sola in questa battaglia – commentano i pentastellati –, serve l’intervento dell’Unione Europea perché la liberazione di Zaki riguarda i diritti fondamentali dell’uomo. Come per il caso Regeni è l’Europa tutta che deve esercitare pressioni sull’Egitto: sono a rischio gli stessi valori fondanti dell’Europa e non c’è più tempo da perdere“.

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