I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione questa mattina ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di 15 persone ritenute responsabili dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e procurata inosservanza di pena, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare la famiglia di Cosa Nostra catanese “Santapaola Ercolano – gruppo di Picanello”.
Il provvedimento trae origine da un’indagine condotta dal giugno 2017 al maggio 2020 dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania mediante intercettazioni e pedinamenti sul territorio, ulteriormente riscontrati dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, nel corso della quale è stato possibile definire i nuovi assetti organizzativi del gruppo di Picanello, ritenuto tradizionale roccaforte della famiglia Santapaola, all’indomani dell’operazione “Orfeo”, che aveva portato nel gennaio 2017 all’arresto e alla successiva condanna di esponenti di vertice del sodalizio tra i quali il capo Comis Giovanni.
Il complesso delle attività di indagine sviluppate dai Carabinieri ha consentito pertanto di definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli degli affiliati a seguito della riorganizzazione del predetto sodalizio malavitoso, individuandone il capo in Salemi Carmelo, nonché gli organizzatori in Russo Giuseppe e Scalia Vincenzo.
L’attività investigativa ha fatto emergere come l’organizzazione garantisse gli “stipendi” agli affiliati, il sostentamento delle famiglie dei sodali detenuti e il pagamento delle spese processuali, attraverso la gestione della “cassa comune” (alimentata nello specifico dai proventi derivanti da classiche estorsioni, attività di “recupero crediti” condotte con modalità criminali, traffico di stupefacenti e dai proventi di case da gioco clandestine).
L’attività tecnica di intercettazione ha consentito di accertare che Consoli custodiva oltre 500.000 euro di provenienza illecita ricevuti dal Comis. Di particolare rilievo il sequestro preventivo della “Q Factor Records s.a.s.” (etichetta discografica catanese di diversi noti cantanti neomelodici) intestata ad uno dei due figli di COMIS Giovanni, quale socio accomandatario, e a Consoli Andrea, socio accomandante, ma riconducibile allo stesso Comis Giovanni.
In base a tali evidenze probatorie, la Procura Distrettuale di Catania ha pertanto ottenuto dal G.I.P. il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di circa 1 milione di euro, costituito dalla somma di 500.000 euro presente su conti correnti o depositi o su qualsiasi altro tipo di rapporto bancario intestato o cointestato o comunque riconducibile al Consoli Andrea, nonché dalla citata società denominata “Q Factor Records s.a.s.” e da un’abitazione sita in Augusta contrada Costa Saracena intestato alla moglie del Comis.