Catania: la piccola Elena uccisa dalla madre per gelosia

Ha confessato la madre della piccola Elena la bimba di 5 anni scomparsa e poi trovata morta. Ad ucciderla è stata lei, Martina Patti, 23 anni. La confessione è avvenuta durante l’interrogatorio dei Carabinieri.

La donna, stando ai racconti, avrebbe ucciso la figlia in casa per poi spostare il corpo in campagna, in un terreno abbandonato. Il fatto sarebbe avvenuto dopo che la madre aveva preso la piccola all’asilo e sono rimaste da sole in casa. Non sono chiare le motivazioni.

Le indagini 

Nell’ambito di serrate e complesse indagini coordinate, sin dal verificarsi dell’evento, dalla Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia – i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania sono stati delegati all’esecuzione di un decreto di fermo di indiziati di delitto nei confronti di Patti Martina, ritenuta responsabile dei delitti di omicidio premeditato pluriaggravato della figlia  Elena di quasi cinque, nonché della soppressione del cadavere sotterrandolo, commessi il 13 giugno, in Mascalucia.

Le indagini hanno consentito di ricostruire, seppur in una fase procedimentale caratterizzata dall’assenza del contraddittorio, i reali accadimenti e di definire la responsabilità personale a seguito della denuncia presentata dalla donna nel pomeriggio presso la Tenenza di Mascalucia, quando, suscitando un gravissimo allarme sociale, è stato segnalato il sequestro della figlia Elena ad opera di un non meglio indicato gruppo di uomini incappucciati che, verso le 15:00 circa, dopo aver bloccato l’autovettura condotta dalla madre lungo la via Piave e minacciatala mediante una pistola, l’avrebbero rapita, preannunciandone la morte. Nella circostanza, secondo quanto riferito dalla donna, l’episodio sarebbe una conseguenza del comportamento dell’ex compagno (Alessandro Del Pozzo, 24enne con precedenti in materia di spaccio) per non aver ascoltato precedenti messaggi minatori fattigli recapitare presso la propria abitazione in ragione del tentativo posto in essere di individuare il reale complice di una rapina ai danni di una gioielleria di Catania al posto del quale venne arrestato il 15 ottobre 2020 e successivamente assolto nel settembre 2021 per non aver commesso il fatto.

La serrata attività di indagine ha fatto emergere un triste quadro familiare costituito da due ex conviventi che a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un l’altro. In particolare, la donna, nei confronti della quale nel corso della nottata è stato contestato il reato di false informazioni al pubblico ministero, a fronte delle continue sollecitazioni da parte degli inquirenti e delle contestazioni alla inverosimile versione fornita, ha ceduto soltanto nella tarda mattinata quando i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche hanno effettuato i rilievi dell’abitazione presso cui la stessa risiedeva insieme alla figlia. Secondo quanto emerso, la stessa potrebbe aver posto in essere il gravissimo gesto anche per via di una forma di gelosia nei confronti dell’attuale compagnia dell’ex convivente, non tollerando che alla stessa vi si affezionasse anche la propria figlia.

Al riguardo, la Patti, messa alle strette, ha dapprima indicato ai militari il luogo presso cui rinvenire il corpicino della figlia (sotterrato in un campo vicino alla via Euclide di Mascalucia), quindi, sentita presso il Comando Provinciale dei Carabinieri alla presenza di Magistrati di questa Procura, ha confessato l’orrendo crimine, precisando di averlo portato a termine in maniera solitaria, dopo essere andata a prendere Elena all’asilo, utilizzando un coltello da cucina e dei sacchi neri per nascondere il corpo nella terra.

Il corpicino della bambina, all’esito dell’ispezione medico legale, ha evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare. La presunta omicida sarà associata presso la Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza.

 

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