Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il DDL Calderoli sull’autonomia differenziata.
In breve sintesi, secondo il ddl di 10 articoli, l’attribuzione delle funzioni può avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i LEP. Questi vengono definiti con DPCM entro un anno come previsto dall’ultima legge di bilancio. L’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere.
Le intese durano fino a 10 anni: possono essere rinnovate o terminate prima, con un preavviso (di Stato o Regione) portato da 6 a 12 mesi, per evitare disallineamenti con l’anno scolastico, in riferimento alle materie relative all’istruzione. “Non ci rassegniamo all’idea che ci siano territori e servizi di serie A e B”, ha detto nei giorni scorsi Giorgia Meloni.
Festeggia la maggioranza, critica l’opposizione
L’autonomia “migliorerà” il Paese e “conviene a tutti, i comuni del Centro e del Sud ci guadagnerebbero di più”, assicura Matteo Salvini. “Le Regioni avranno più risorse e più poteri con l’autonomia, per gestire i servizi essenziali per i cittadini, a partire naturalmente dalla sanità – è il commento di Silvio Berlusconi -. Ogni anno 200mila cittadini raggiungono la Lombardia da altre Regioni per interventi chirurgici. Quindi, dobbiamo garantire a tutti una Sanità di assoluta qualità”.
Critica, l’opposizione. “L’articolo 8 conferma tutti i nostri sospetti – attacca il dem Francesco Boccia -: dall’applicazione del ddl ‘non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’. È la riprova che non investono un centesimo per ridurre le diseguaglianze”. Per la deputata e candidata alla guida del PD, Elly Schlein “sarebbe opportuno che le Regioni del Sud e quelle guidate dal Pd chiedessero una convocazione urgente della Conferenza Stato-Regioni. Conferenza Stato-Regioni ignorata e umiliata dal governo e da Calderoli che non ha voluto fare un passaggio preventivo col voto delle Regioni”.
Il parere dei Governatori italiani
Si sono subito espressi i Governatori. Per il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, “questa riforma non spacca un bel niente, semplicemente chiede che dei compiti che oggi svolge lo Stato vengano svolti dalle Regioni, ottenendo le cifre che oggi spende lo Stato. Quindi è soltanto una diversa organizzazione amministrativa”. Molto critico il Presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alla segreteria dem Stefano Bonaccini: “La bozza Calderoli è proprio sbagliata e quindi non se ne farà nulla. Se vogliono andare avanti faremo una mobilitazione con tanta gente nel Paese”. Stessi toni peril Governatore della Puglia Michele Emiliano: “ci indigna profondamente questa cosa di voler fare l’autonomia differenziata prima delle elezioni in Lombardia” per evitare di “far fare brutta figura alla Lega”.
Entusiasta Zaia, invita a pensare ai ‘federali’ Germania e USA
Fiducioso, dal Veneto, il Governatore Luca Zaia: “sarà un crescendo – aggiunge – verso la modernità, per dare vita al percorso che già prevedevano i padri costituenti. È una scelta di modernità e di responsabilità; non è assolutamente l’ ‘affamare’ le Regioni del sud o dividere l’Italia”. Non sarà la fine del nostro Paese, precisa, invitando a pensare a Germania e Stati Uniti, che “vengono percepite come grandi nazioni non divise ma hanno un federalismo vero”.
Secondo Vito Bardi, Governatore della Basilicata, “è stato fatto un passo avanti, ma adesso occorre dare importanza ai Livelli essenziali delle prestazioni per colmare il gap tra le varie aree del paese”. “Siamo favorevoli alle richieste delle regioni che chiedono maggiori livelli di autonomia. Non credo che queste richieste rappresentino in alcun modo un ostacolo alla nostra autonomia, che ha solide basi statutarie e ancoraggi internazionali”. Ha detto all’ANSA il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. “Questa è una legge che si aspettava da tempo, non solo in virtù del dettato costituzionale ma anche di un referendum che ha visto protagoniste delle Regioni. Quindi credo che sia in linea con un percorso che comunque si debba fare”, ha affermato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, in merito al ddl sull’autonomia differenziata.
Dichiara, infine, il Governatore ligure Giovanni Toti: “tutti coloro che si stanno stracciando le vesti in queste ore dovrebbero ricordare che i margini di autonomia differenziata tra territori sono una delle prerogative previste dal Titolo quinto della nostra Costituzione fin dai primi anni 2000 e non è mai stato attuato”.