Arturo Di Modica forse non è un nome super riconosciuto, nemmeno nel nostro paese, ma è di gran lunga conosciuto il suo lavoro. Soprattutto il toro di Wall Street: Charging Bull.
Ebbene sì, è lui il papà di un’opera controversa e per l’epoca abusiva. Era il 1989 quando sotto l’albero di natale posizionato davanti all’ingresso del palazzo della finanza più famoso al mondo, compare questo toro di bronzo che ringhia. Un gesto di protesta per un periodo molto difficile: la Borsa in una sola giornata del 1987 aveva perso miliardi e tantissime persone erano finite in mezzo ad una strada.
Arturo Di Modica ha raccontato la storia cosi su La Repubblica qualche tempo fa: “Era un periodo di crisi, la Borsa di New York aveva perso in una notte più del venti per cento e tanta gente era piombata nella depressione più nera. Con qualche amico cominciai a chiedermi cosa potevo fare io per la “mia” città. Sì, certo, sono di Vittoria, ma se vivi più di 40 anni a New York non puoi non sentirla anche tua. E allora mi venne in mente di scolpire un toro, l’immagine della Borsa che cresce: doveva essere uno scherzo, una provocazione. E invece è diventata una cosa maledettamente seria. Mi hanno detto che, dopo la Statua della Libertà, il Charging Bull di Bowling Green, a due passi dal tempio della finanza mondiale, è il monumento più visitato a New York. Ha superato persino l’Empire State Building“.
Il Charging Bull occupa da 32 anni un marciapiede di New York abusivamente
Quella sera del 16 dicembre 1989, Arturo Di Modica sapeva di non avere tanto tempo per posizionare la sua opera d’arte, ma tentò il tutto per tutto ci riusci nei 5 minuti possibili che aveva prima della ronda degli agenti. Ma la mattina il Direttore della Borsa di New York non ne fu tanto contento e anche se la scultura di Charging Bull pesava tre tonnellate e mezzo, la fece rimuovere. Di Modica non ci stette e si riprese la sua opera, costata due anni di lavoro e 350mila dollari, pagando la multa di cinquecento dollari alla Polizia e la sera stessa riposizionò la “bestia” nel punto in cui ora sta da circa 32 anni, a Bowling Green.
Di Modica, dopo Charging Bull e tanti anni in giro per il mondo dove ha “piazzato” le sue opere scultoree nei punti più importanti del globo, ha deciso di tornare nella sua Sicilia e omaggiare la sua città di Vittoria con i suoi Cavalli dell’Ippari, ma la malattia non gli ha permesso di realizzare la sua opera e vederla posizionata nella sua amata città. In questi anni era riuscito solo a creare i bozzetti altri 8 metri circa.
Un messaggio importante arriva da un suo grande amico di vecchia data, il magistrato di Cassazione Bruno Giordano che lo ricorda così: “Ha visto il mondo come altri non l’hanno visto e ha dato al mondo molto di più di quello che ha avuto e visto. Un visionario della bellezza. Voleva donare a Vittoria la grandezza che merita. Un’opera incompleta, come capita ai grandi. Che la sua terra gli sia grata“