La notte del 26 aprile 1986 alle ore 1:23:45 esplode il reattore nucleare numero 4 a Chernobyl.
É stato calcolato che l’incidente di Cernobyl abbia rilasciato una quantità di radiazioni pari a 400 volte in più di quelle rilasciate in occasione della bomba di Hiroshima.Al 2021 è il più grave incidente della storia del nucleare civile e l’unico, insieme a quello di Fukuschima a essere classificato con il settimo livello, il livello massimo.
Alla base del disastro sembrerebbero esservi errori di procedura nel corso di un test di sicurezza sul reattore numero 4 della centrale, condotto allo scopo di simulare un black out elettrico al fine di elaborare una soluzione per mantenere freddo tale reattore per il tempo necessario a ristabilire l’alimentazione d’emergenza alle pompe d’acqua.Ma quando in piena notte l’allarme rese necessario l’immediato spegnimento del reattore, si innescò una reazione a catena che ne provocò l’esplosione.
Una nube radioattiva si innalza da Chernobyl
Una nuvola di materiale radioattivo fuoriuscì dal reattore e ricadde su vaste aree intorno alla centrale, contaminandole pesantemente. Nonostante il rapido intervento dei Vigili del Fuoco delle vicine stazioni per molti giorni fu impossibile bloccare l’emissione radioattiva.Le Autorità sovietiche cominciarono a evacuare la popolazione dell’area circostante Chernobyl 36 ore dopo l’incidente. A maggio , circa un mese dopo, tutti i residenti nel raggio di 30 km dall’impianto, circa 116 000 persone, trasferite.
La diffusione delle radiazioni in Europa
Le nubi radioattive provocate dall’esplosione raggiunsero in pochi giorni anche l’Europa Orientale , la Finlandia e la Scandinavia, toccando, con livelli di radioattività inferiori, anche l’Italia, la Francia, la Germania, la Svizzera, l’Austria e i Balcani fino alla costa orientale del Nord America.
Quelle nubi depositarono il loro contenuto radioattivo contaminando il terreno e le falde acquifere.Sconsigliato dalle autorità sanitarie il consumo di frutta e ortaggi e addirittura del latte.
Contaminazione ambientale
Un rapporto del “Chernobyl Forum”redatto da Agenzie dell’ONU conta 65 morti accertati e più di 4.000 casi di cancro alla tiroide fra le persone tra gli 0 e 18 anni al tempo del disastro, larga parte dei quali attribuibili alle radiazioni.
A tutto oggi é ancora impossibile, però, contare su un bilancio reale relativo alla contaminazione ambientale avvenuta e sul numero delle persone ammalatesi in seguito al disastro del 26 Aprile 1986.