Colombia: uccisi 145 attivisti difensori dei diritti umani

Almeno 145 difensori dei diritti umani sono stati assassinati in Colombia nel 2021: una cifra in calo rispetto all’anno precedente, ma che conferma la recrudescenza della violenza nel Paese dall’accordo di pace del 2016, secondo l’Ufficio  del Difensore del popolo.

Nel 2021 sono stati registrati “145 omicidi di leader sociali o difensori dei diritti umani“, ha affermato in un comunicato stampa l’ente pubblico che vigila sul rispetto dei diritti umani nel Paese mentre nel 2020 erano stati registrati 182 omicidi. Secondo il Difensore del popolo 32 rappresentanti indigeni, 16 leader contadini e sette sindacalisti sono tra le vittime del 2021.

Dalla firma dell’accordo di pace con i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia  nel 2016, gli omicidi contro i leader sociali sono stati ricorrenti. Le organizzazioni sociali accusano dissidenti delle Farc, combattenti dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln) – l’ultima guerriglia attiva in Colombia – trafficanti di droga e gruppi paramilitari di essere dietro le uccisioni.
Particolarmente colpiti sono tre dipartimenti: Antioquia, Cauca e Valle del Cauca, corridoi del narcotraffico.

La Colombia è uno dei paesi più pericolosi al mondo per gli attivisti, secondo diverse Ong. Global Witness lo ha identificato come il più letale per i difensori ambientali (65 morti nel 2020). Il Governo  del Presidente  conservatore Ivan Duque accusa le bande legate alla droga di essere dietro gli omicidi. La Colombia, il più grande produttore mondiale di cocaina, sta vivendo il peggior picco di violenza dalla firma dell’accordo di pace del 2016.

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