Stamattina i Carabinieri della Compagnia di Comacchio e della dipendente Stazione di Porto Garibaldi (FE) hanno arrestato R.E. comacchiese, 31 enne. A suo carico plurimi e concordanti indizi di reità in ordine ai tre episodi di violenza sessuale avvenuti nelle are boschive del lungomare di Comacchio.
Il primo episodio risale allo scorso 17 maggio. Una giovane turista chiede soccorso al 112 perché aggredita e violentata sessualmente da uno sconosciuto. La donna, durante una tranquilla passeggiata con il proprio cane viene aggredita alle spalle da uno sconosciuto. Dopo averla bloccata fisicamente, la sottopone a palpeggiamenti e compie atti osceni. La vittima riusce in un primo momento a liberarsi dalla presa dell’aguzzino e tenta invano la fuga. L’uomo la raggiunge nuovamente e la immobilizza contro un albero. Si dilegua solo in seguito al perdurare delle urla disperate della vittima.
Il secondo episodio meno di due mesi dopo: il 3 luglio. La vittima è ancora una turista, questa volta di soli 13 anni. Analoga la dinamica dell’aggressione da parte di un uomo che corrispondeva perfettamente a quello descritto dalla prima vittima. La ragazzina stava passeggiando in pineta, viene aggredita e trascinata nella boscaglia dall’ignoto malintenzionato. Questi, dopo averla bloccata a terra, la denuda e la palpeggia. Al termine della violenza, la vittima riesce a divincolarsi e scappa con i vestiti strappati verso il bungalow dei genitori, che danno l’allarme. In questo episodio, oltre alla descrizione dell’aggressore, gli investigatori sequestravano gli indumenti della ragazzina e eseguivano dei tamponi sulla sua pelle, al fine di raccogliere eventuali tracce genetiche lasciate dall’uomo.
Il terzo episodio pochi giorni dopo, il 31 luglio. Una turista italiana 24enne veniva assalita alle spalle mentre, nel retro spiaggia, sta raccogliendo more dai rovi. L’uomo la blocca e le palpeggia il seno. Lei inizia a urlare, chiedendo aiuto. Induce il criminale alla fuga, in sella ad una mountain bike. La ragazza, incoraggiata dal sopraggiungere di persone in suo aiuto, insegue l’aggressore e lo riesce ad afferrare con decisione per il collo della maglietta, che si strappa: l’aggressore fugge.
Le indagini dell’Arma, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ferrara, portano a circoscrivere i sospetti intorno ad un operaio della zona, appassionato cicloamatore che, per aspetto e caratteristiche fisiche, corrisponde alla descrizione fornita dalle vittime. L’uomo risulta effettivamente presente nelle zone del crimine allorquando avvengono.
I Carabinieri di Comacchio, nel corso delle indagini, procedono anche al sequestro degli indumenti dell’uomo e prelevano il suo DNA. Le vittime, oltre a riconoscere nell’indagato la persona che le aveva aggredite sessualmente, riconoscono anche i capi di abbigliamento in sequestro come quelli indossati dall’uomo al momento dei fatti. Ulteriore conferma perviene dagli esiti delle comparazioni dei profili genetici estrapolati dal RIS che confermavano la presenza del DNA dell’indagato sul corpo e sugli indumenti di almeno due delle vittime.
Le indagini ed i riscontri raccolti dagli investigatori dell’Arma hanno permesso di raccogliere una serie di prove, indizi e riscontri esterni di “integrale attendibilità” rispetto all’individuazione del presunto responsabile dei tre crimini. Oltre alla gravità e serialità dei fatti è stata evidenziata anche una concreta ed attuale esigenza di tutela sociale rispetto ai comportamenti dell’indagato che hanno palesato un “… concreto e attuale pericolo che l’indagato commetta delitti della stessa specie di quello per cui si è richiesta l’applicazione della misura …: lo si desume dalle specifiche modalità e circostanze dei fatti a lui contestati. Esse sicuramente denotano un atteggiamento seriale, ripetitivo, che replica uno schema preordinato e collaudato. Le condotte sono state poste in essere con allarmante spregiudicatezza, in luoghi che, se pure poco frequentati, sono pur sempre aperti al pubblico”.
Dopo le formalità di rito l’arrestato è stato trasferito al Carcere “Satta” di via dell’Arginone, ove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.