Commercialisti: la pandemia costa oltre 5000 euro pro capite

Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti comunica che la pandemia da Covid-19, nel 2020, è costata “ad ogni italiano in media 5.420 euro”. Ciò a fronte di “un calo del Pil pro-capite 2020 di 2.371 euro“.  I “restanti 3.049 euro”, recita lo studio dei professionisti, sono la quota di “incremento del debito pubblico“.

Lo studio valuta attentamente gli effetti sull’economia delle famiglie generati  dall’emergenza sanitaria e dalle relative misure e contromisure per contenere la diffusione del virus. Lo studio condotto dagli esperti della Fondazione affronta il delicato tema della spesa pubblica, delle politiche rivolte agli sgravi fiscali e la posizione che l’Italia occupa rispetto a queste tematiche nella graduatoria del G20.


Infatti,  nello studio si legge che nel 2020 “la spesa pubblica aggiuntiva e gli sgravi fiscali per far fronte alla pandemia hanno raggiunto il 6,8% del Pil”. Questo colloca l’Italia al ‘gradino’ 9 del G20.

“In termini pro-capite, cioè in media per ogni italiano – scrivono i Commercialisti – il sostegno statale è stato pari a 1.858 euro, molto meno che in Germania (4.414), in Francia (2.677), negli Stati Uniti (9.311), oppure nel Regno Unito (5.752)”.

Gli effetti della pandemia sul debito pubblico degli altri Paesi

Fino a dieci anni fa, si legge ancora nell’analisi, “la regola era che un indebitamento pubblico oltre il 90% del Pil avrebbe danneggiato l’economia. Negli ultimi anni, però, alcuni Governi ed economisti si vanno ricredendo. Francia, Italia, Spagna e Regno Unito stanno aumentando i propri deficit di bilancio.  Inoltre, stanno  spingendo i loro debiti pubblici nazionali su valori superiori al 100% del Pil.

In merito ai  paesi asiatici in tempo di pandemia lo studio riprta che  “Il Giappone, prima del Covid-19, annunciava  stimoli di bilancio molto elevati per sostenere la crescita. Questo,  nonostante il debito pubblico abbia superato il 200%.

Lo studio precisa che per quanto riguarda gli USA “questi puntano ad un disavanzo annuale di bilancio e ad un debito pubblico piuttosto alto”.

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