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Conflitto Turco-Curdo: una guerra combattuta nel silenzio generale

Il conflitto curdo – turco, conosciuto anche come il  conflitto tra la Turchia e il Partito dei lavoratori del Kurdistan, viene descritto come una rivolta o come una guerra civile che è tuttora in corso tra la Turchia e gli insorti curdi che richiedono l’indipendenza del Kurdistan oppure un’autonomia regionale oltre che maggiori diritti politici e culturali per i curdi residenti nella Repubblica di Turchia. E’ per questo motivo che in questi giorni le morti dei civili nel Kurdistan siriano e iracheno, ma anche in Turchia si contano numerose.

Nella non curanza generale della comunità internazionale, Ankara porta avanti senza esitazione l’operazione Spada-Artiglio creata dopo l’attentato del 13 Novembre ad Istanbul, del quale si addossa la colpa al Partito dei lavoratori del Kurdistan e alla milizia curdo-siriana.

In poco più di una settimana sono stati lanciati sulla Siria Curda ben 89 raid e presto, ha annunciato il Presidente Recep Tayyip Erdogan , si passerà all’operazione di terra. La popolazione al confine, intanto, vive nel terrore dal momento che i razzi  non risparmiano le case, le scuole e gli uffici.

” Tutto il mondo vede quello che il Presidente Erdogan sta facendo al nostro popolo “-dice alla Bbc una donna curdo-siriana. Il portavoce del Ministero tedesco degli Esteri, Cristofer Burger ha invitato la Turchia a reagire in modo proporzionato e soprattutto a rispettare il diritto internazionale. “I civii devono essere protetti in ogni momento “ , ha spiegato.

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg invece si è limitato a sollecitare il governo Turco a completare il processo di ratifica per l’ingresso della Finlandia e della Svezia nell’alleanza. La questione riguarda una firma che Erdogan ha vincolato proprio all’appoggio dei due paesi contro il terrorismi curdo. Il governo turco ha inoltre, nella giornata di ieri, denunciato un attacco dei miliziani curdi su Ganzitep, nel sud della Turchia.

L’attacco, ha detto il Ministro dell’interno Suleynan Saylu, avrebbe colpito delle aree residenziali causando la morte di tre persone, tra cui un bambino ed un insegnante. Per questo motivo sono stati ordinati nuovi raid contro la Siria Curda.

L’obiettivo di Erdogan, rispetto alla situazione appare molto noto e sembra voler innanzitutto porre fine alla presenza del PPK lungo tutto il suo confine sudorientale con lo scopo di costruire un “corridoio sunnita” per reinsediare nell’area buona parte dei rifugiati siriani. C’è poi anche la necessità di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica rispetto alla disastrosa situazione economica perchè pare che l’inflazione abbia superato ben l’85%; la valuta nazionale della lira turca ha perso circa il  50% rispetto al dollaro, situazione che crea per Erdogan un biglietto da visita con poche possibilità di successo alle elezioni presidenziali del 2023.

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