La difesa di Alfredo Cospito ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu). La difesa dichiara che Cospito: “è stato condannato sulla base di un’interpretazione della fattispecie incriminatrice del tutto diversa e peggiorativa da quella sino ad allora vigente e per di più non preceduta da alcuna decisione di uguale portata, rendendo impossibile per lo stesso, nel momento in cui nel 2006 ha deciso di agire, la possibilità di prevedere il cambio di prospettiva da parte della Cassazione. Risulta evidente come la soluzione ermeneutica adottata dalla Cassazione si risolve in un trattamento arbitrario da parte dello Stato”.
Il ricorso è legato all’attentato della caserma di Fossano del 2006 che non provocò feriti e, informano dalla Corte di Strasburgo, è stato presentato l’8 febbraio scorso, protocollato con numero 10552/23 e riguarda la presunta violazione del principio di legalità previsto dall’articolo 7 della Convenzione europea dei diritti umani. L’articolo prevede che “nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso”.