Dopo il caso di cluster scoppiato al Policlinico San Martino di Genova, il Governatore Toti valuta la possibilità di introdurre una legge che obblighi il personale sanitario al vaccino anti Covid. “Ho dato mandato ai miei uffici di valutare la possibilità di intervenire con una legge regionale per obbligare questa categoria a vaccinarsi. Chi fa questo lavoro e rifiuta di proteggere se stesso con il vaccino non protegge i pazienti di cui dovrebbe prendersi cura. E questo è inaccettabile“. Il Policlinico, intanto, fa sapere che è in corso la disinfezione del reparto che da oggi sarà Covid free e tornerà a essere area pneumologica.
Rivelazione Toti: circa il 15% del personale sanitario ha rifiutato di vaccinarsi
L’SOS di Toti arriva a seguito di 11 casi di positività al Covid-19 registrati al primo piano del padiglione Maragliano del Policlinico San Martino di Genova. Stesso reparto in cui opera un’infermiera che si era rifiutata di sottoporsi al vaccino. Su tale comportamento, inoltre, Toti ha rivelato che “intorno al 15% del personale sanitario in Liguria ha rifiutato il vaccino. Non sono pochi se si pensa che lavorano a contatto con pazienti fragili“.
Il precedente del Lazio e il piano b di Toti
La richiesta di una legge ad hoc, regionale o nazionale, da parte del Governatore Toti non è una questione inedita. E Toti ne è consapevole. Tanto che il Governatore ligure aggiunge, sul tema, la possibilità di un più cauto piano b ovvero l’introduzione di “regole che consentano di spostare da ruoli delicati persone che non volendosi vaccinare possono mettere altri a rischio“. Il precedente è avvenuto nel Lazio. Il Tar del Lazio, infatti, aveva escluso per l’autorità regionale la possibilità di imporre l’obbligo di sopporsi al vaccino. Scriveva: “Esistono altre strade che ben potrebbero rientrare nell’alveo delle competenze regionali costituzionalmente accordate. La normativa emergenziale autorizza infatti le regioni a introdurre misure più restrittive rispetto a quelle statali, ma questa possibilità è circoscritta ad ambiti di settori e aree tematiche precise e comunque rientranti nella competenza costituzionalmente loro accordata». Aree che non riguardano la somministrazione del vaccino.
Il no dell’Europa al vaccino obbligatorio
Lo scorso 26 gennaio il Consiglio d’Europa, in particolare la Commissione per gli Affari sociali, la Salute e lo Sviluppo sostenibile, aveva emanato la risoluzione nella quale scriveva nero su bianco un chiaro no all’obbligatorietà del vaccino. Si legge nel documento che occorre assicurare “che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno a livello politico, sociale o in altra forma può fare pressioni perché le persone si vaccinino se non lo scelgono autonomamente“. La raccomandazione è anche quella di assicurare che “nessuno venga discriminato se non vaccinato”.
Il si del virologo Burioni
Il professor Roberto Burioni, invece, ha espresso parere positivo sul tema vaccino obbligatorio. “Un sanitario che non si vaccina non può continuare a lavorare. Chiedo che il presidente Draghi faccia un decreto legge per chiarire che tutti i sanitari, negli ospedali e nella Rsa, devono essere vaccinati. Ci vuole una legge“.