In questi giorni si sta parlando tanto dell’accoglienza dei rifugiati ucraini. I numeri parlano di circa 700mila persone che arriveranno nel nostro Paese. Ma come affronteremo lo stato di emergenza per covid?
Il Ministero della Salute ha già disposto l’obbligo ti tampone per tutti coloro che arrivano in Italia e che stanno scappando dalla guerra. I test dovranno essere eseguiti entro 48 ore dal loro arrivo. Chi risulta negativo dovrà comunque mantenere per cinque giorni la mascherina Ffp2 anche all’aperto. Chi invece è positivo dovrà essere isolato: qualora qualcuno non dovesse avere un posto dove rimanere in quarantena, potrà accedere al Covid Hotel di zona.
Alla Stazione Centrale di Milano e a Lampugnano sono stati allestiti due punti tampone, mentre per Roma i due punti tampone sono alle stazioni Termini e Ostiense. Si potenzia il servizio operativo di accoglienza per i cittadini ucraini anche all’aeroporto di Catania. Grazie alla collaborazione tra la Società di gestione dello scalo etneo, Enac, Polizia di Frontiera e tutti gli Enti di Stato, con l’Asp di Catania e l’Ufficio del Commissario per l’emergenza Covid, i passeggeri ucraini saranno assistiti anche dal punto di vista sanitario.
La circolare del Ministro Speranza ha chiarito che verrà dato ai profughi un codice temporaneo sanitario, una sorta di tessera sanitaria provvisoria come accade sempre. C’è poi il problema della vaccinazione. Non solo perché l’Ucraina ha percentuali di vaccinati molto basse ma soprattutto perché è stato usato Sputnik, che da noi non è riconosciuto. Per questo il Ministero della Salute ha deciso una deroga temporanea di 48 ore che consenta a chi fugge dalla guerra di raggiungere i parenti o comunque di sistemarsi in Italia. Poi i profughi avranno gli stessi doveri di tutti, con l’obbligo di vaccino o tampone.
Secondo i dati dell’OMS, in Ucraina la copertura vaccinale è attorno al 35 per cento. Una percentuale bassa che è conseguenza di una sfiducia nei confronti dei vaccini sia anti-Covid che contro malattie come poliomielite e morbillo. Un’esitazione che si è inoltre concretizzata con il rifiuto da parte di molti di vaccinarsi nel loro paese. Speranza ha comunque garantito i vaccini per tutti coloro che arriveranno dall’Ucraina: “Tutti coloro che verranno individuati come casi o contatti di caso, esempio allo screening nei punti di accoglienza, andranno gestiti secondo la normativa vigente adottando le misure di profilassi e tracciamento più idonee“. Ha ancora dichiarato Speranza: “offriremo la vaccinazione a tutti soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età.“
Il Ministro della Salute ha raccomandato di offrire anche le seguenti vaccinazioni dovute alle basse coperture vaccinali esistenti in Ucraina e il recente verificarsi di focolai epidemici, come l’epidemia di morbillo nel 2019 e il focolaio di polio iniziato nel 2021 e tutt’ora in corso nel Paese: difterite, tetano, pertosse, polio, morbillo, parotite, rosolia (eccetto donne in gravidanza), varicella, epatite B (quest’ultimo da valutare in caso di screening negativo).