In una nota la ‘Banque Verte’ conferma “il razionale strategico dell’operazione” secondo cui Credit Agricole è e rimarrà il maggiore azionista del Creval essendosi già assicurato una ‘stake’ del 17,7%”. L’Agricole, inoltre, rivela che gli azionisti di Creval sapranno cogliere l’opportunità rappresentata dall’offerta. In riferimento poi alla valutazione dell’Opa formulata dal Cda di Creval, il Credit Agricole rileva che il Credito Valtellinese è caratterizzato “da una limitata redditività ricorrente, come testimoniato dal risultato netto economico normalizzato 2020 pari a circa 40 milioni (rispetto al valore reported di 113 milioni) e dal RoE 2020 pari a circa 2%”.
Nonostante la pandemia Covid-19 e le aspettative di mercato, nella nota si legge che il costo del rischio riportato da Creval nel 2020 è significativamente inferiore a quello delle altre principali banche italiane. Queste, secondo la nota, sono ritenute comparabili (71 punti base rispetto a una media di 91 punti base), nonostante un gross Npe ratio più elevato della media delle banche comparabili (5,8% rispetto a 5,6%)”.
Credit Agricole sottoliena che “diversi elementi addizionali devono essere tenuti in considerazione nella valutazione del potenziale surplus di capitale di Creval“. In questo senso è messo in evidenza come, nel piano Industriale al 2023 del Credito Valtellinese, non sia incluso alcun riferimento a una distribuzione straordinaria del surplus di capitale. Quest’ultima sarebbe soggetta all’approvazione della Bce. Ciò anche alla luce della limitata capacità di generazione organica di capitale di Creval e della necessità di mantenere buffer adeguati.