Crisi Ucraina: con i venti di guerra, le ambasciate si svuotano

Crisi Ucraina. Nulla di fatto dalla telefonata tra Joe Biden e Vladimir Putin. Poteva uscire qualcosa di decisamente più costruttivo, “diplomaticamente” parlando, invece il tiro alla fune è per proseguire. Il campanello d’allarme è stato preso in mano dalla Russia nel momento in cui ha deciso di far uscire dalla propria Ambasciata a Kiev, le figure “non indispensabili”.

Aperte le porte delle fuga, sono diversi i Paesi che hanno invitato i propri connazionali a rientrare; spinti anche dal “o rientrate ora o dopo saranno guai”. Tutto questo dimostra come ormai la situazione sia appesa al filo di un rasoio e la pressione psicologica è sempre più forte; soprattutto per i cittadini dell’Ucraina che ore fa sono scesi in piazza per protestare contro la Russia.

Il Cremlino ci tiene a precisare che non attaccherà e che la popolazione deve stare tranquilla. Facile dire di stare tranquilli quando si hanno le redini del gioco! Mentre, quindi, i sonni dei Presidenti si fanno tormentati, le “esercitazioni militari” proseguono, i cittadini protestano ed è già iniziato il fuggi, fuggi dalla ambasciate per questioni organizzative. (Per sentito dire).


Ucraina: i Paesi richiamano i connazionali

Di lasciare l’ambasciata è stato comunicato sotto forma di consiglio e non “sbrigatevi perché il tempo stringe”. Tali consigli sono stati da: Belgio, Olanda, Regno Unito, Israele, Croazia, Svezia, Danimarca, Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud. L’Italia si muove con cautela e anziché richiamare in patria i connazionali, ha chiesto loro di registrarsi per una maggiore rintracciabilità. L’America, che è invece per la linea più dura – e non ne avevamo dubbi – ha ritirato quasi tutti i soldati e gli ambasciatori. Poche ore fa è giunta la notizia che anche l’Australia si sta muovendo per la stessa direzione degli altri Paesi citati.

Un bel gruppetto, a quanto pare, ha capito che non è un gioco, ora la parte più difficile da comprendere è decidere a chi credere: alla Russia che assicura di non invadere o all’America che, consapevoli voglia una guerra, afferma che Putin sia pronto ad attaccare? La nostra risposta vale meno di zero e lo sappiamo bene, ma sappiamo di certo che il capriccio da terza elementare come abbiamo sempre sostenuto che fosse, trascinerà con sé incalcolabili danni, ma soprattutto, la patata bollente da pelare all’Italia, resterà.

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