La questione vaccini ha fatto e, tuttora, fa parlare molto. Sono moltissimi gli italiani che temono il giorno in cui dovranno vaccinarsi e questo effetto può essere riconducibile al fatto che ci sia poca chiarezza in merito dal punto di vista della comunicazione. Solo il 74,7% dei cittadini pensa infatti che i vaccini siano efficaci.
In Italia crolla del 21,45% la fiducia dei cittadini nei confronti delle aziende farmaceutiche. Ad un anno esatto dall’individuazione del primo paziente italiano colpito dal Covid, Reputation rating, azienda di analisi della reputazione attraverso l’omonimo algoritmo che ne pesa e misura le dimensioni, certificando una serie di parametri oggettivi e soggettivi, attraverso la tecnologia blockchain, fa il punto sulla reputazione del settore, confrontandola con i parametri pre-pandemia.
Una ricerca, che in un periodo come quello attuale, può trovare diverse difficoltà. La concentrazione maggiore è sulla campagna globale di vaccinazione e i media che ogni giorno riportano notizie sui ritardi della distribuzione delle dosi.
La rilevazione reputazionale è stata svolta prendendo in considerazione il contesto italiano nel mese di febbraio 2021, in relazione al quale sono emersi alcuni elementi che maggiormente hanno influenzato il risultato finale:
La poca chiarezza nella comunicazione della reale efficacia del vaccino AstraZeneca;
Una generale diffidenza in merito alle prime proiezioni di dosi effettivamente somministrate in Italia;
La non coerenza nella gestione dei piani vaccinali a livello Regionale, che sembrano ognuno seguire un modus operandi e delle priorità differenti (ad es. il Lazio sembra seguire il “modello israeliano” per fasce d’età e categorie di priorità; mentre il Veneto e l’Emilia-Romagna valutano di bypassare la Commissione europea, procurandosi altri vaccini per vie dirette). Questo sembra aver inciso in negativo sul mondo delle aziende farmaceutiche.
Queste diatribe amministrative economiche e burocratiche sembra abbiano accentuato la percezione di orientamento al profitto da parte delle aziende farmaceutiche;
L’arrivo in corsa di nuovi vaccini, come il russo Sputnik, insieme ad una comunicazione frammentata delle specifiche di sicurezza nella somministrazione dei vaccini, hanno comportato un malus nella reputazione del mondo farmaceutico, dipinto da molti come “una corsa al dollaro”.
“La cosa paradossale, analizzando le varie dimensioni della Reputazione – ha dichiarato Davide Ippolito, cofondatore di Reputation Rating – è che non è messa in discussione l’efficacia dei vaccini, e dunque il Driver Prodotti e Servizi. È emerso, di fatto, che il 74,7% degli italiani pensa che siano efficaci e non ne discute la bontà. Ad essere maggiormente colpiti sono i Driver come CSR e Governance, quest’ultimo per la gestione, specie burocratica, nella distribuzione. Mentre per la CSR, in Italia vi è un sentore di bassa responsabilità sociale e orientamento al profitto (a pensarlo è il 63,41% degli utenti in rete, con menzioni attinenti a un giudizio sulle aziende farmaceutiche), in particolare, ci si chiede perché non si possa liberalizzare la produzione del vaccino, svincolando da qualsiasi logica commerciale”.