Da marzo sono state 392mila telefonate al 112

Al Numero Unico di Emergenza 112, alla sezione appositamente istituita nella Sala Operativa di Roma e dedicata all’emergenza Coronavirus, sono state ricevute da marzo a oggi 392mila chiamate con una media di 4300 telefonate al giorno, con un picco di addirittura 23mila a marzo.

Il Direttore del Soccorso Pubblico di Regione Lazio, Livio De Angelis, ha spiegato: “Dopo il boom di marzo, con quasi mille chiamate in un’ora, in estate le telefonate per Covid sono quasi scomparse. Abbiamo ripreso a riceverne da settembre scorso e da ottobre il telefono dei nostri operatori dedicati all’emergenza squilla una media di 900 volte al giorno”.

La Sala Operativa di Roma, inaugurata 5 anni fa, nella Casa della Sicurezza della Regione Lazio, oggi è tra le più grandi d’Europa, risponde in media ogni giorno a 8mila chiamate, non solo per il Coronavirus ma anche per violenze, furti, rapine, sparatorie, omicidi, aggressioni, liti, incendi e incidenti.

Una parte di questa enorme sala operativa romana è stata dedicata da febbraio scorso, alla gestione dell’emergenza Coronavirus e la coordinatrice del Cur Nue 112, Rosita Di Gregorio, dichiara: “Qui abbiamo trattato il primo caso di pazienti provenienti dalla Cina, il 29 gennaio scorso. Abbiamo fatto in modo che non fossero autorizzati dall’albergo a lasciare la loro stanza, per essere affidati alle cure di personale sanitario addestrato e quindi trasferiti all’ospedale Spallanzani per essere trattati adeguatamente senza pericolo per gli altri. Da lì siamo stati travolti da una vera e propria valanga di chiamate, soprattutto richieste di informazioni. Da una media di 8mila chiamate al giorno abbiamo toccato quota 23mila e ogni volta che usciva un nuovo dpcm aumentavano perché la gente non sapeva cosa fare o dove andare”.

La dottoressa Di Gregorio continua spiegando: “Anche noi abbiamo dovuto adattare la nostra operatività alla mutazione, giorno per giorno, abbiamo modificato la nostra istruzione operativa relativa alla gestione di questo tipo di chiamate ben 9 volte, a seconda degli aggiornamenti che di volta in volta arrivavano dall’Oms, dal Ministero. Per garantire la pronta risposta abbiamo diviso la sala operativa in due sezioni: una che si occupava della risposta immediata a tutti i cittadini l’altra, area Covid, dove gli operatori gestiscono sia le chiamate di informazioni e quelle non urgenti di natura sanitaria. Nel periodo di emergenza abbiamo funzionato come anello di congiunzione tra l’utente e la Asl che doveva essere allertata per prendere in consegna i pazienti”.

foto Adnkronos

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