Diffamazione, Fratelli d’Italia chiede carcere per giornalisti: stupore di Lega e Forza Italia

Clima tesissimo per il giovedì del Senato – dove era atteso solo il Question Time – quando dalla Commissione Giustizia di Palazzo Madama filtra la notizia di una serie di emendamenti da poco depositati, a firma di Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, che chiedono un inasprimento di pene per il reato di diffamazione a mezzo stampa, pensando pure alla detenzione fino a 4 anni e mezzo di reclusione per i giornalisti e multe fino a 120mila euro per “condotte reiterate e coordinate” relative alla diffusione di notizie false.

Una mossa che Berrino, relatore del ddl sulla diffamazione, secondo gli stessi alleati – Lega e Fratelli d’Italia – non avrebbe concordato in maggioranza, e che fa alzare immediata la levata di scudi della Federazione della Stampa e dei partiti di opposizione che tornano a parlare di bavaglio alla stampa.

Il tema deflagra, e mentre si attende un chiarimento in maggioranza già lunedì, prova a metterci una toppa la presidente di Commissione Giustizia, la leghista Giulia Bongiorno. “Vedremo il da farsi – dice all’Adnkronos- come Lega riteniamo importante focalizzare l’attenzione su titolo e rettifica dell’articolo, per il resto nei prossimi giorni ci saranno delle riunioni di maggioranza” – aggiunge, evitando di citare la parola carcere.

Da Forza Italia si smarca uno stupito Senatore Pierantonio Zanettin: “A noi non interessano le pene detentive, ma la rettifica e che venga ripristinato il buon nome del diffamato, mezzi per fare questo ce ne sono tanti e devono essere diversi dal carcere” – avverte l’azzurro.

“Di certo le norme presentate da Fdi, disattendono le ‘linee guida’ finora condivise sul ddl Balboni, a partire dalla consapevolezza che il testo dovesse, innanzitutto, recepire indicazioni europee sulla libertà di stampa e anche quanto sentenziato dalla Corte Costituzionale, da ultimo nel 2011, quando fu chiesto al legislatore di eliminare il ricorso alla carcerazione nella legge di settore”.

“Nessuno, almeno a quanto assicurano da Lega e Fi, si aspettava di dover tornare a discutere della detenzione come pena da infliggere ai giornalisti. Tant’è che qualcuno in maggioranza, chiedendo l’anonimato, parla ora di mossa a sorpresa legandola ai fatti di cronaca che hanno coinvolto esponenti di governo negli ultimi tempi”.

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Redazione

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