É allarme assembramenti per lo shopping

In alcune città italiane, passate da zona rossa ad arancione, ieri sono state prese d’assalto le vie dello shopping e questo lascia sconcerti e mette in allarme virologi e politici. Il Presidente del Piemonte, Alberto Cirio, dichiara: “quello che è successo ieri a Torino è inaccettabile. Ho fatto un’ordinanza precisa per disciplinare i centri commerciali, per la rilevazione della febbre e lo scaglionamento degli ingressi quindi, dove ho potuto intervenire con ordinanze regionali l’ho fatto, ma quello che ho visto ieri in alcune vie di Torino mi riporta con la mente all’estate e questo non possiamo permettercelo. Chiederò al Prefetto di Torino interventi rigorosissimi, so che è già stato fatto tanto, che le forze dell’ordine si sono impegnate ma evidentemente non basta”.

Secondo Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute: “è abbastanza sconcertante che le persone stentino così tanto a comprendere la gravità della situazione e il fatto che queste situazioni dipendono dai comportamenti di ognuno di noi. Siamo tutti tenuti in questo momento a comportamenti virtuosi. Io capisco che devi fare le compere, però non credo che se si va tutti lo stesso giorno migliori. E soprattuto, quando vedi che c’è una situazione così, o cambi zona o torni a casa e rimandi. Questo non è un bel segnale, non conforta” e ha proseguito “Io nei giorni scorsi avevo detto che i presidenti delle Regioni dovrebbero capire che dobbiamo lavorare tutti insieme nel rigore e che scegliere di restare in una situazione più restrittiva, anche se hai possibilità di riaprire di più, tutto sommato non farebbe male. Ho visto che l’Ecdc (il Centro europeo per il controllo delle malattie) ha fatto simulazioni in cui ipotizzava che un allentamento delle misure ai primi dicembre avrebbe portato immediatamente a un aumento nei numeri di contagi e ricoveri già prima di Natale”.

L’infettivologo Massimo Galli, dell’ospedale Sacco-università degli Studi di Milano, dichiara preoccupato: “E’ evidente che, se non si mantengono le precauzioni necessarie a limitare la diffusione dei contagi non potremo che rivedere una situazione simile a quella che abbiamo già vissuto, arrivando cioè a una terza ondata di Covid-19”.

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