Eitan, unico superstite della tragedia del Mottarone, dimesso dall’ospedale

Questa mattina presto, Eitan, il bambino sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, è stato dimesso dal reparto Isola di Margherita dell’ospedale Regina Margherita ed è tornato in ambulanza a casa a Pavia insieme alla zia.

Le condizioni di salute del piccolo sono molto migliorate. La sua prognosi è di 60 giorni. Il bambino proseguirà il percorso terapeutico dal punto di vista psicologico ed effettuerà future visite di controllo.

Eitan ormai è a conoscenza della tragedia della funivia, costata la vita a 14 persone tra cui i suoi familiari: i genitori, il fratellino e i bisnonni. Il bambino è stato seguito da un team di psicologi ed esperti che con calma e delicatezza gli hanno spiegato quanto accaduto.

Subito dopo il risveglio il bimbo aveva chiesto della mamma e del papà. Il percorso per lui sarà lungo: il bambino sarà affiancato da un team di terapeuti, che lo guideranno passo passo, ma anche dalla famiglia tra cui la zia Aya, che non lo ha mai lasciato un attimo dal momento del suo ricovero dopo l’incidente della funivia.

L’avvocato Cristina Pagni, legale dei familiari, ha dichiarato: “Gli è stato spiegato quello che è successo, con le modalità concordate dai medici, dagli specialisti e dai familiari. Si tratta di processi molto lunghi ed estremamente delicati”.

Finora non sembrava ricordare nulla della tragedia e per questo i medici procederanno con un approccio graduale. Lo zio Ron Peri, ha detto: “Non sono sicuro che i dottori gli abbiano detto esattamente cosa è successo”

Alcuni familiari, in particolare i fratelli dei genitori del piccolo Eitan, hanno nominato un avvocato di parte civile, Franz Sarno, che afferma: “Questa è una vicenda sconvolgente, dedicherò tutto me stesso per rendere giustizia a questa famiglia che ha affrontato così tanto dolore. Giustizia non è vendetta, perciò ora è il momento di dedicarsi alle indagini che possono anche avere tempi più lunghi ma devono chiarire tutte le responsabilità. Occorre a volte essere prudenti per non vanificare delle prove. Ci sono tante domande ancora a cui bisogna rispondere, come ad esempio perché si è rotta quella fune, mi chiedo anche se altre cabine avessero quei forchettoni o se solo quella. I familiari delle vittime devono avere il massimo dei risarcimenti possibili e mi impegnerò al massimo per farglieli ottenere”.  

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it