La Roma vince 3-0 contro lo Shakhtar Donetsk e ipoteca la qualificazione ai quarti di finale di Europa League. Un risultato così, forse, non era nemmeno nelle più rosee aspettative. La Roma temeva lo Shakhtar, squadra di grande qualità e dinamismo, mettendo prima al sicuro il risultato nel primo tempo con il gol di Lorenzo Pellegrini per poi blindare la partita con il tris firmato da El Shaarawy prima e Mancini poi. Il difensore giallorosso si è rivelato come l’autentico uomo in più della squadra di Fonseca in questo momento della stagione. Alla squadra di Castro servirà un’impresa al ritorno.
Quanto alle scelte di formazione, Fonseca si gioca la carta Mkhitaryan falso nove con Pellegrini e Pedro alle sue spalle. A centrocampo Diawara e Villar, con Karsdorp e Spinazzola sugli esterni, mentre in difesa c’è Cristante al posto di Smalling insieme a Kumbulla e Mancini.
Castro con la formazione tipo e con i pericolosissimi Taison, Tete e Moraes pronti a colpire.
Il primo tempo è sostanzialmente un monologo della Roma e al 23′ la squadra di Fonseca passa grazie a una combinazione tra Mkhitaryan e Pedro con quest’ultimo che premia l’inserimento di Pellegrini. Si infortuna Mkhitaryan, costretto a uscire al 35′ per un problema al polpaccio. Prima di lasciare il campo, però, Mkhitaryan prova a beffare Trubin da 40 metri dopo un rinvio sbagliato dello stesso portiere dello Shakhtar, ma la palla finisce alta.
L’entrata di El Shaarawy
La ripresa inizia con uno Shakhtar un po’ più pericoloso, un paio di conclusioni di Tete e Taison spaventano la difesa giallorossa, che dopo qualche minuto si riorganizza e torna a essere la solita difesa. Fonseca chiede di più ai suoi, nello specifico a Pedro che viene sostituito da El Shaarawy.
Il Faraone ha voglia e si rende immediatamente pericoloso con una conclusione troppo debole. Mayoral sfiora il raddoppio ma il 2-0 arriva con il Faraone che corre per 40 metri con la palla al piede, e beffa Trubin con un bel colpo sotto.
Lo Shakhtar ha accusato il colpo e, allora, la Roma ne ha approfittato per incrementare il bottino su calcio d’angolo con il solito Mancini che chiude il match.
Nel finale la Roma controlla, forte di un risultato che mette in una sorta di cassaforte, il passaggio ai quarti.
