Opposizioni unite alla Camera in una mozione di sfiducia nei confronti di Matteo Salvini per i suoi rapporti con Vladimir Putin. “Secondo i firmatari del presente atto di indirizzo il Ministro Salvini non può rappresentare degnamente la Repubblica Italiana ma, anzi, dimostra di non esercitare appieno le proprie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione. Per tali motivi”, la Camera “esprime la propria sfiducia al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Senatore Matteo Salvini, e lo impegna a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni”. Firmato Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e i Capigruppo e Deputati di opposizione a partire da Matteo Richetti (Azione), che è l’autore della mozione di sfiducia a Salvini inserita all’Odg dell’aula della Camera a partire da lunedì prossimo, anche se il voto potrebbe slittare di qualche giorno.
Nel 2015 il post “Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin”
Nella mozione Richetti, firmata in sostanza dai Gruppi parlamentari Pd, M5S, Avs e Azione (non Italia viva) si premette tra l’altro il fatto che “l’11 marzo 2015, l’allora Eurodeputato Matteo Salvini affermava che ‘la Russia è sicuramente molto più democratica dell’Unione Europea’” e “io farei a cambio, porterei Putin nella metà dei Paesi europei”. Si ricorda anche che il 25 novembre 2015 “Salvini pubblicava un post sui propri canali social in cui scriveva ‘cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin’, allegando una sua fotografia in cui posava, all’interno dell’aula di Strasburgo, indossando una maglietta con sopra stampato il volto di Vladimir Putin, recando peraltro un grave danno di immagine e di credibilità alla Presidenza della Repubblica”.
Inoltre, nel testo si rimanda all’intesa del 2017 tra la Lega e ‘Russia unita’, “automaticamente rinnovato il 6 marzo 2022, successivamente, quindi, all’invasione russa dell’Ucraina” e al fatto che Salvini “non ha mai agito formalmente al fine di interrompere il rapporto di collaborazione con l’entità politica del Presidente Vladimir Putin”. Quindi, sostengono i firmatari, “nella sostanza, ad oltre due anni dall’inizio dell’illegale invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, il Governo della Repubblica Italiana è rappresentato da un Ministro e Vicepresidente del Consiglio dei ministri che non rinnega né i rapporti di collaborazione con il partito di Vladimir Putin né le sue dichiarazioni di elogio a Putin stesso”.