Su alcuni media internazionali e ucraini si legge che la Russia ha già iniziato una guerra “ibrida” fatta di pressione economica, di cyberattacchi e che avrebbe dato vita ad una nuova tattica, una sorta di strategia della tensione, la stessa che il nostro Paese ha conosciuto e subìto durante i cosiddetti “anni di piombo”, quella dei falsi allarmi bomba.
L’obiettivo di Mosca – riporta il Wall Street Journal citando fonti di Kiev – è rivolta a destabilizzare i rapporti tra l’Europa, l’Alleanza Atlantica e i Paesi che storicamente sono cresciuti come satelliti della vecchia Unione Sovietica e tra questi c’è l’Ucraina. Secondo le fonti di Kiev, Mosca mira ad indebolirla seminando il panico, provocando malcontento e proteste simili a quelle fomentate nell’est del paese nel 2014, per giustificare un intervento che starebbe preparando grazie all’ammassamento di oltre 1400 militari lungo la linea del confine russo ucraino.
Tuttavia, mentre la NATO da una parte e l’esercito russo dall’altra si guardano in cagnesco e a debita distanza, nei palazzi del super potere, in realtà, si moltiplicano, oramai giornalmente, i colloqui a vari livelli tra i leader di Washington e di Mosca, con la pedissequa ripetizione di comunicati che riferiscono sempre delle medesime posizioni delle due superpotenze. Colloqui improntati più a temporeggiare che a trovare soluzioni e di cui a noi comuni mortali sfugge il senso, dal momento che non addivengono mai ad un’accordo tra le parti in gioco oppure facciano emergere divergenze tali da poter far temere l’imminenza di un conflitto armato.
Del resto, anche il Governo ucraino, in questo periodo, ha cercato più di una volta di abbassare i toni del dialogo e ha invitato, sia i Governi dell’Alleanza che la popolazione ucraina, a smorzare l’arroganza, mantenere un comportamento più morbido, meno provocatorio e meno allarmistico. Il Presidente Zelensky, di fronte la minaccia russa, invece di manifestare ansia e preoccupazione, sceglie la calma e i toni pacati piuttosto che digrignare dei denti ed ha spesso ripetuto che, a suo modo di vedere, Mosca non ha alcun interesse a invadere l’Ucraina, per le gravi ritorsioni economiche e militari a cui potrebbe andare incontro.
A parte l’allarme lanciato dalla CIA, secondo cui un attacco della Russia potrebbe essere messo a segno nella giornata di mercoledì 16, sembrerebbe più probabile che si tratti davvero di una “guerra politica e di facciata” più che di un conflitto vero e proprio e naturalmente le ipotesi sui motivi e sulle ragioni di un simile rischioso comportamento di Mosca e degli Stati Uniti, tanto più per l’Europa, sono apertissime ad ogni plausibile spiegazione.
A dimostrazione che ci sia in atto un sospettabile insano meccanismo che voglia approfittare della situazione per destabilizzare il sempre precario equilibrio dei due schieramenti in Europa, ci sono, ad esempio, i messaggi anonimi che la Polizia ucraina, ha ricevuto (quasi 1.000) nel mese di gennaio, soprattutto via email, con falsi allarmi bomba in circa 10.000 luoghi, dalle scuole alle infrastrutture essenziali.
La storia, a mio parere, ci insegna che gli attacchi che innescano un conflitto degno della drammaticità di questo nome, difficilmente vengono anticipati da annunci e colloqui: le guerre solitamente non si minacciano, perchè si dichiarano e si fanno e tra i due momenti non passano mesi.
Dunque, questo continuo dialogare tra Putin & compagni con Biden & compagni è diventato stucchevole e apparentemente privo di senso, anche perchè i toni dei due leader, riportati dalla stampa, sarebbero tutt’altro che sulla via della pace e della mediazione e quindi, se non ci sono risolutivi elementi di novità da parte di ciascuno dei due Paesi, non si capisce davvero che cosa in ore e ore trascorse al telefono, Biden, Putin e compagni si possano essere detti, senza mai addivenire ad una soluzione, al di là delle ripetute minacce che l’uno rivolge all’altro.
L’impressione che si ricava in questi giorni tra le telefonate chilometriche tra i vari protagonisti della crisi e la crescente preoccupazione per una grave emergenza energetica che minaccia in particolare l’Italia, è che i fatti siano ‘leggermente” diversi da come vengono raccontati e rappresentati ai media e al popolo.
La domanda, allora, dell’uomo della strada è: ma davvero Biden e Putin si diranno le cose che ci riportano i vari media, oppure i contenui dei loro colloqui in cosa potrebbero essere diversi da quelli che leggiamo e che vengono dati in pasto alla stampa?
E se così fosse, ovvero se fosse falso il crescente timore e allarme per un conflitto che potrebbe esplodere da un momento all’altro, tutto ciò a cui stiamo assistendo, che è senza alcun dubbio responsabile di una spaventosa crisi energetica mai vissuta sino ad oggi, cui prodest?