Ferragni indagata, per il pandoro offerte online “fino a 250 euro”

Il pandoro ‘Pink Christmas’ di Chiara Ferragni e Balocco è balzato con offerte fino a 250 euro sui siti di compravendita on line dopo l’apertura dell’indagine da parte della Procura di Milano con l’accusa di truffa aggravata. A dirlo è Coldiretti, che in un’indagine sui saldi anche a tavola per i prodotti tipici delle feste di Natale e Capodanno – dai cotechini agli zamponi, dai pandori ai panettoni fino ai torroni e alle altre specialità, che possono essere offerti anche a sconti rilevanti che arrivano fino al 70% – rileva la controtendenza sul prezzo del pandoro griffato finito nel mirino della procura.

“A conclusione delle festività di fine anno – sottolinea Coldiretti – c’è l’opportunità, comunque, di risparmiare anche sulla tavola per motivi esclusivamente commerciali che non influiscono in alcun modo sulle caratteristiche qualitative dei prodotti”. È necessario tuttavia, conclude la Coldiretti, “fare sempre attenzione alle date di scadenza obbligatoriamente indicate nelle confezioni per evitare di consumare prodotti vecchi”.

L’influencer è indagata per truffa aggravata da minorata difesa nella vicenda del pandoro Balocco. Lo si apprende da fonti della procura di Milano che precisa come sia indagata anche con la stessa ipotesi di reato Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell’omonimo gruppo dolciario.

La svolta, nel fascicolo aperto poco prima di Natale dal procuratore di Milano Eugenio Fusco, arriva nel giorno in cui sul tavolo dell’ufficio del quarto piano del Palazzo di giustizia è arrivata l’annotazione della Guardia di finanza e le Fiamme Gialle hanno varcato – nel primo pomeriggio – l’ingresso della sede dello stabilimento Balocco a Fossano, in provincia di Cuneo, per acquisire la documentazione relativa alla campagna promozionale di Natale 2022 del Pink Christmas, il pandoro che avrebbe dovuto sostenere l’ospedale Regina Margherita di Torino.

L’ipotesi – che è costata all’imprenditrice digitale la multa da un milione di euro da parte dell’Antitrust – è di aver lasciato intendere che acquistando il pandoro si sarebbe sostenuta la ricerca sull’osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario, ma in realtà la vendita non avrebbe influito sulla beneficenza e su una somma già stabilita. Una ricostruzione, che alla luce dello scambio di mail tra il gruppo dolciario e Ferragni, porta la procura meneghina a ipotizzare il reato di truffa aggravato dalla ‘minorata difesa’, aggravante che interviene – secondo alcune sentenze della Cassazione – quando il presunto raggiro avviene su piattaforme online.

Chiara Ferragni così come l’amministratrice delegata Alessandra Balocco e i rispettivi staff coinvolti saranno chiamati presto dalla procura di Milano a rispondere per chiarire gli aspetti di un accordo stipulato nel novembre 2011 e in cui occorrerà dimostrare l’ingiusto profitto e dove sarebbe stato conseguito (per stabilire la competenza territoriale, ndr.) e il danno per ogni consumatore che ha acquistato il pandoro ‘griffato’ da oltre 9 euro.

(Screenshot di Instagram)

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Redazione

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