Festa del papà ai tempi del Covid

Anche quest’anno la Festa del papà, come d’altronde altre ricorrenze, viene  festeggiata in sordina, quasi in secondo piano rispetto alla pandemia che stiamo vivendo.

La Festa del papà che ha origini americane, nacque per festeggiare un padre ex-combattente della guerra di secessione. Infatti, la figura del padre, viene associata a colui che può proteggere il proprio figlio da ogni male. Purtroppo però ai nostri tempi e soprattutto ai tempi del Covid, un padre non può salvare suo figlio, non può salvaguardarlo dall’infezione e dal dolore. Anzi spesso ci si deve allontanare proprio per non contagiarlo con il terribile virus. Inoltre nell’ultimo anno molti papà non hanno potuto vedere i loro figli venire alla luce, a causa delle restrizioni all’interno degli ospedali. Non si sono potuti commuovere guardando per la prima volta il neonato che gli avrebbe cambiato la vita per sempre.

Honoré de Balzac scriveva: I padri devono sempre dare, per essere felici. Dare sempre, l’esser padre sta in questo”.

Un padre è disposto a dare e a fare tutto per il proprio figlio. Anche se recenti fatti di cronaca ci propongono dei pessimi esempi, in cui non manca solo la figura paterna ma proprio l’essere umano. Per fortuna, nella quasi totalità, abbiamo esempi di papà, sicuramente non perfetti, ma modelli di amore. Guardano il loro bimbo venire al mondo, lo tengono per mano, lo rassicurano quando non sta bene, gli insegnano ad andare in bicicletta,  lo osservano mentre cresce e piano piano si allontana da loro per iniziare a camminare sulla strada della propria vita.

Questo è ciò  che fanno gli uomini che si sentono padri,  certamente anche con le loro insicurezze e le loro paure, ma disposti a tutto per il benessere del proprio figlio. E anche se con i giorni o i weekend assegnati da un giudice , riescono a trasmettere tutto il loro amore  ai figli, postponendo molto spesso le proprie esigenze. Accade anche a chi non è padre biologico ma mette tutto l’amore che ha in quello che è il lavoro più difficile al mondo: essere genitori.

Purtroppo in questo anno di Covid  tanti, troppi padri , se ne sono andati in solitudine e tanti, troppi figli hanno lasciato le loro famiglie nel dolore più assoluto. Padri e figli che non si sono potuti dire “addio” o l’ultimo “ti voglio bene”.

In questo terribile anno molte abitudini familiari sono cambiate.  Il diffondersi della pandemia da Covid-19, con la conseguente riduzione di relazioni sociali, il rimanere il più possibile nelle proprie case, il cambiamento nelle modalità di lavoro, la complessità della DAD e della gestione h24 dei propri figli, ha avuto effetti concreti nel rapporto genitore-figlio e nel work-life balance.

Sul totale dei papà intervistati per la ricerca “Smartworking e paternità”, il 71% ha evidenziato un cambiamento nel rapporto con i propri figli. É stato un cambiamento positivo per il 63% dei casi. Inoltre il 50% ha dichiarato di supportare i figli nella DAD. Il 38% se n’è occupato in parte, mentre l’11% se n’è occupato interamente in prima persona.

Daniele Bacchi, CEO di R-Everse che ha condotto la ricerca, commenta: “La pausa pranzo con l’intera famiglia a tavola ogni giorno della settimana per me è stato un regalo bellissimo e inaspettato. Ho
quattro figli dagli 8 ai 13 anni e mi sono lanciato, pranzo dopo pranzo, in discussioni sempre più interessanti, coinvolgendoli anche in tematiche lavorative. Provocarli e spronarli a condividere le loro
opinioni e osservare le loro personalità formarsi giorno dopo giorno attraverso il dibattito è tutt’oggi commovente nel mio ruolo di padre”.

Un padre non non deve fare nulla di insolito o di straordinario. Ciò che i papà dovrebbero fare, è esserci. Un concetto molto semplice e troppo spesso dimenticato. Buona festa del papà!

 

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it