La Guardia di Finanza di Firenze ha arrestato un uomo di origine marocchina, ricercato dallo scorso anno poiché colpito, unitamente ad altri 7 connazionali, da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere avente lo scopo di commettere più delitti di acquisto, importazione e illecita detenzione di almeno 10 kg di cocaina. L’ordinanza era stata emessa nel 2020 nell’ambito di un’ indagine condotta tra il 2019 e il 2020 dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Firenze.
L’attività era nata dall’arresto di iniziativa a giugno del 2019 di uno degli associati – anch’egli ricercato per essere evaso dagli arresti domiciliari rompendo il braccialetto elettronico, con la complicità del capo dell’associazione – trovato all’epoca in possesso di più di 1 kg di cocaina.
Le successive attività investigative, condotte anche con mezzi tecnici, avevano permesso di individuare la struttura gerarchica interna dell’associazione. Il promotore e direttore dell’organizzazione si occupava di mantenere i contatti con i fornitori, di ricevere le richieste degli acquirenti, di contabilizzare i pagamenti, di remunerare i collaboratori addetti alle vendite; provvedeva anche a pagare le spese di vitto, alloggio e quelle legali dei venditori, mentre i suoi 4 fratelli si occupavano della vendita della sostanza ai singoli pusher ed altri 2 soggetti, anch’essi tra loro fratelli, unici ad avere un lavoro regolare presso ditte di lavorazioni meccaniche e autofficina, erano incaricati delle funzioni di cassieri e custodi del denaro.
E’ stata poi ricostruita la rete di altri spacciatori, anch’essi per lo più di origine marocchina o albanese, delle varie zone della città, che a loro volta creavano delle singole piazze di spaccio. Grazie ai filmati delle telecamere installate all’interno di una autovettura, era stato possibile individuare il meccanismo di apertura di un doppio fondo collocato sul cruscotto tra il lato guida e quello del passeggero, in cui venivano nascosti i panetti, da circa 1 kg di cocaina, previo frazionamento degli stessi, sì da ripartirli in più parti all’interno della cavità nascosta.
Il ricercato ora arrestato aveva trovato rifugio in madrepatria e, a distanza di un anno dall’esecuzione delle misure restrittive, aveva tentato di fare rientro tramite un volo proveniente dal Marocco e diretto a Bologna.