Freddie Mercury: 30 anni dalla morte dell’icona che ha fatto storia

Era il 24 novembe 1991 quando Freddie Mercury lasciava il vuoto nella musica. E da 30 anni quel vuoto è colmato, in parte, dai ricordi e soprattutto dalla sua musica.

Nato Farrokh Bulsara, dall’aprile del 1970 prenderà il nome di Freddie Mercury decisione presa con la composizione della canzone My Fairy King. Già da piccolo si innamora della musica tanto che venne notato dal Preside del St. Peter College, il quale scrisse una lettera ai suoi genitori suggerendo che, con un aumento della retta mensile, il ragazzo avrebbe potuto prendere lezioni aggiuntive. Con l’approvazione di Bomi e Jer, il ragazzo raggiunse il quarto grado di apprendimento di pianoforte, imparò a leggere la musica ed entrò a far parte del coro della scuola.

È Freddie a suggerire sempre nel 1970, il nome al gruppo: “Queen“. In una delle sue prime interviste dichiarò “Anni fa pensai al nome Queen… È soltanto un nome, ma è molto regale e ha un suono splendido. È un nome forte, molto universale e immediato. Aveva un grande potenziale visivo ed era aperto a ogni tipo di interpretazione. Ero certamente consapevole delle sue implicazioni omosessuali, ma quello era solo uno dei suoi aspetti.

Il primo album della band risale al 1973 dal titolo “QUEEN” dove venne inserito il logo definitivo disegnato da Freddie Mercury traendo spunto dallo stemma reale del Regno Unito e includendo nel disegno i segni zodiacali dei quattro componenti della band. Subito dopo arrivarono “QUEEN II” e “Sheer Heart Attack“, ma è con “A Night at the Opera” del 1975 che il mondo impazzisce per loro ma soprattutto per Freddy.

Il singolo Bohemian Rhapsody, caratterizzato da sovraincisioni e porzioni di musica rock alternata all’opera, divenne il simbolo della creatività del gruppo e soprattutto di Mercury che ne era l’autore; la registrazione della canzone durò tre settimane di cui una dedicata esclusivamente alla parte vocale centrale.

È il 1986 quando Freddie Mercury scopre di aver contratto l’HIV; in quell’anno si accorse di avere dei seri problemi di salute e decise in ottobre di effettuare degli esami sierologici in una clinica di Harley Street, mantenendo tuttavia un estremo riserbo sulle sue condizioni fisiche con chiunque. Nel tardo aprile 1987 fece degli ulteriori accertamenti medici più specifici, durante i quali gli fu diagnosticata la sindrome dell’AIDS, che gli causò l’insorgenza di altre patologie come il Morbo di Kaposi, nonché gravi problemi respiratori cronici: non seppe mai con certezza da chi venne contagiato.

Da quel momento per il frontman dei Queen la vita non è stata più la stessa. Non abbandonerà mai la musica, sua unica fonte di vita. Ma quando la malattia iniziò a farsi sentire, nel 1989, fu allora che confidò tutto ai suoi amici, alla sua famiglia: i Queen

L’esibizione, seguita da più di 2 miliardi di persone in TV, durante il Live Aid del 1985 è entrata nella storia come a migliore esibizione dal vivo nella storia della musica rock davanti ad un pubblico in delirio di 72 mila persone. 

È il 22 novembre 1991 quando Freddie Mercury, ormai fuori dalle scene decide di far redigere un comunicato stampa ufficiale in cui si legge: “In seguito alle disparate congetture diffuse dalla stampa nelle ultime due settimane, desidero confermare che sono risultato sieropositivo e di aver contratto l’AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere privata questa informazione fino a oggi per proteggere la privacy di quanti mi circondano. Comunque è giunto il momento di far conoscere la verità ai miei amici e ai miei fan e spero che si uniranno a me, ai miei dottori e a quelli di tutto il mondo nella lotta contro questa terribile malattia.” A poco più di ventiquattr’ore da quel comunicato, alle 18:48 del 24 novembre 1991 Freddie Mercury morirà all’età di 45 anni nella sua casa di Logan Place a causa di una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all’AIDS, con Jim Hutton al suo fianco. 

La morte di Freddie Mercury rappresentò un significativo passo nella storia dell’AIDS, poiché informò milioni di fan in tutto il mondo della minaccia dell’HIV. Una minaccia che ancora oggi è presente, ma che forse anche grazie a lui oggi la si conosce molto di più. Freddie Mercury morirà esattamente quattro anni prima della scoperta del cocktail di antiretrovirale, cocktail che ha dato il via alla ricerca fino ad arrivare ai giorni nostri dove la malattia esiste, ma è affrontabile,  garantendo a chi ne è affetto l’aspettativa di vita è quasi come le persone negative e soprattutto poter avere figli sani. 

Freddie Mercury decise di tacere per anni prima di dire al mondo della sua malattia,  proprio perchè all’epoca dichiarare di essere positivo faceva si che la gente ti giudicasse e ti facesse sentire in colpa. E questo purtroppo è presente ancora oggi. 

Trent’anni fa la leggenda della musica ci lasciava per salire sull’olimpo degli Dei. Per tutti noi che siamo rimasti e per tutti coloro che verranno restano i 15 album con i Queen e i due album da solista. Ci rimane la musica e solo grazie a quella che oggi possiamo ringraziarlo di essere esistito. 

Ciao Freddie, continua a guardarci da lassù.

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