Era novembre 2022 quando l’Emcdda, il Centro di monitoraggio europeo su droghe e dipendenze, stilava un rapporto dedicato all’uso ricreativo del protossido di azoto (o ossido di diazoto), comunemente noto come gas esilarante, definendola una “preoccupazione crescente per l’Europa”. Un calciatore della Premier League è diventato il primo giocatore ad andare in riabilitazione per dipendenza dal gas esilarante, secondo quanto riferito dal Daily Mail.
Cos’è la ‘droga della risata’?
Additivo alimentare, anestetico in medicina: il protossido d’azoto – spiega l’agenzia Ue – ha una varietà di usi medici, industriali, commerciali e scientifici legittimi. Questo gas incolore, e quasi inodore, più pesante dell’aria è stato scoperto nel 1772. Da oltre 200 anni è usato anche per i suoi effetti psicoattivi. Quali? “Sensazioni di euforia, rilassamento e distacco” sono quelli elencati. Nell’ultimo decennio, segnala l’Emcdda, si è registrato un “forte aumento” di questo uso ricreativo in molte regioni del mondo. In alcuni Paesi europei particolari preoccupazioni sono state sollevate a partire dal 2017-2018, quando il farmaco è diventato più ampiamente disponibile e in quantità maggiori.
“La crescente popolarità”, soprattutto fra i giovani, anche adolescenti, “potrebbe essere spiegata in una certa misura dalla sua facile disponibilità, dal prezzo basso, dagli effetti di breve durata e dalla percezione generale da parte dei consumatori come un farmaco relativamente sicuro”, si legge nella relazione. Un altro fattore chiave è stato la diffusa disponibilità di piccole cartucce da 8 grammi di protossido di azoto (con cui si riempiono palloncini dai quali viene inalato il gas). Queste cartucce, comunemente destinate a un utilizzo per gli aerosol per la panna montata ad esempio, sono economiche e facili da acquistare da fonti legittime, come minimarket, supermercati e fornitori online, scriveva l’Emcdda, evidenziando che “i fornitori hanno iniziato a vendere anche bombole più grandi (15 kg) di gas. Ciò rende il gas notevolmente più economico e si ritiene che ne promuova un uso più ampio, più pesante e più regolare”.
In alcune zone, era un altro elemento evidenziato, “i social media svolgono un ruolo importante nella pubblicità e nella vendita”. Il rapporto rilevava che “si è sviluppata una catena di approvvigionamento redditizia e in espansione, con negozi online specializzati che promuovono direttamente il gas per uso ricreativo o lo offrono con il pretesto del suo utilizzo per produrre panna montata”. Ma con l’aumento del numero di persone che usano il protossido di azoto, è cresciuto anche il numero degli avvelenamenti. I dati contenuti nel report: casi cresciuti da 16 nel 2015 a 73 nel 2021 per esempio in Danimarca; da 10 nel 2017 a 134 nel 2020 in Francia; da 13 nel 2015 a 144 nel 2020 nei Paesi Bassi.
Gli esperti non si sbilanciano sul possibile ruolo della pandemia come detonatore dei consumi in alcune aree del Vecchio continente. Ma viene citato un rapporto dei centri antiveleni francesi secondo cui in molti dei 134 casi censiti Oltralpe nel 2020 si evidenziava un inizio o un aumento dell’uso di gas esilarante durante il primo lockdown.
Quali pericoli
Che pericoli può avere un utilizzo pesante? Ai centri antiveleni vengono segnalati danni di varia entità al sistema nervoso (neurotossicità) a causa dell’inattivazione irreversibile della vitamina B12 nell’organismo, una vitamina essenziale per il sano funzionamento dei nervi. Altre preoccupazioni includono gravi congelamenti (ustioni causate dall’esposizione al gas congelante rilasciato dal contenitore) e lesioni polmonari, tipicamente causate da bombole più grandi a causa dell’alta pressione. Inoltre, in almeno un Paese (Paesi Bassi) risultavano aumentati anche gli incidenti stradali che coinvolgono il gas. E proprio i Paesi Bassi sono stati fra i primi a reagire a questo allarme annunciando il divieto di possesso e vendita da inizio 2023, con poche eccezioni.
Nel report del 2022 l’Emcdda precisava in ogni caso che il fenomeno dell’uso ricreativo del gas esilarante era ancora limitato e che “coloro che ne fanno uso in genere utilizzano quantità relativamente piccole raramente”. Ma l’aumento dell’utilizzo per scopi ricreativi, ha segnalato il direttore dell’Agenzia Alexis Goosdeel, “in alcune parti d’Europa è motivo di preoccupazione. C’è una percezione generale tra gli utenti che l’inalazione di protossido di azoto sia sicura. Vediamo che un uso più frequente o più pesante aumenta il rischio di danni gravi, come danni al sistema nervoso. E’ quindi importante evitare di normalizzarne e promuoverne involontariamente l’utilizzo. Sono necessari interventi mirati e ulteriori ricerche per aumentare la comprensione dei rischi e ridurre i danni”.
Quanto alle misure da mettere in campo, il report – oltre al ruolo cruciale monitoraggio – sottolineava la necessità di considerare gli usi legittimi e diffusi del protossido di azoto da parte dell’industria, dell’assistenza sanitaria e dei consumatori. Utilizzi per i quali esistono poche o nessuna alternativa. Nella maggior parte dei casi, la via scelta dai Paesi è stata quella di mettere paletti alle forniture e fornire una promozione sanitaria mirata.
(foto di Pixabay)