Secondo Antonello Giannelli, Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, entro 7 giorni da oggi ci daranno 200mila classi in Dad. Giannelli ha affermato in un’intervista: “A mio avviso sarebbe stato preferibile rinviare di due o tre settimane l’apertura della scuola ma allo specifico scopo di raggiungere alcuni obiettivi che in questo momento non sono raggiunti e questo avrebbe consentito di essere abbastanza sicuri di non chiudere più. Invece, in questo momento che abbiamo riaperto, la pandemia sta andando e il numero degli alunni positivi è in crescita“.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi ha dichiarato: “Stamattina sono stato a visitare una scuola molto all’avanguardia in cui un quarto delle classi era in Dad. C’è una previsione di 200mila classi in Dad entro 7 giorni da oggi. Una previsione facile da fare perché basta applicare una crescita di tipo esponenziale e si arriva subito a questi numeri. Quello che il Governo non ha voluto fare lo farà comunque la pandemia: solo che la pandemia lo fa costringendoci, noi avremmo potuto ritardare l’apertura e rinforzare le nostre difese“.
Giannelli sottolinea: “Le regole ci sono e non è questo che spaventa, sono un fautore della vaccinazione e tra gli obiettivi che ponevo in un lasso di tempo breve c’era l’innalzamento della percentuale di vaccinati, bassa tra i più piccoli. Sarebbe servito uno sforzo in più che si sarebbe potuto compiere in un arco di tempo comunque limitato. I dati devono essere forniti da una istituzione pubblica, cioè il servizio sanitario”.
Ha poi concluso: “Secondo me l’unica possibilità di reale gestione di questa situazione è che le scuole abbiano accesso alla banca dati vaccinale così come accaduto alla super app che ha consentito di verificare la condizione di vaccinazione al mattino prima che i dipendenti entrassero a scuola. Una bella funzione telematica, facile da realizzare, che ci consenta di dire chi può andare in dad e chi no, credo sia il minimo sindacale da chiedere e lo dirò al Ministro oggi stesso”.
Il Ministro Patrizio Bianchi, nel giorno del ritorno in classe degli studenti, afferma: “La scelta di riportare tutti gli studenti in aula è motivata dall’evidenza che il prolungato e diffuso uso di una distanza provoca problemi alla vita di una comunità. C’è un disposto sufficientemente flessibile che da una parte stabilisce il principio del ‘tutti a scuola’, dall’altro, laddove ci siano dei problemi, dà la possibilità di ricorrere alla distanza. Stiamo lavorando su una partecipazione collettiva, usciamo dalla logica del controllore: c’è un Paese che nel suo insieme si assume l’incarico di far tornare a scuola i ragazzi”.
Il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, sostiene le decisioni prese dichiarando: “La norma consente la chiusura delle scuole in determinati territori circoscritti qualora la situazione lo preveda. Qualora la situazione non lo preveda, a differenza dell’anno scorso, questo Governo impugnerà le ordinanze laddove non le ritenga opportune”.