La Fondazione Gimbe, visti i risultati del nuovo monitoraggio relativo alla settimana dal 16 al 22 giugno, chiede di mettere in campo azioni in modo deciso. E scrive: “Non è accettabile una gestione ‘attendista’ della variante Delta, contro la quale occorre attuare tempestivamente le misure raccomandate dall’Ecdc: potenziare sequenziamento e contact tracing, attuare strategie di screening per chi arriva dall’estero e accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60 e nei fragili”.
Il Presidente Gimbe, Nino Cartabellotta, spiega: “In assenza di dati affidabili sulla presenza della variante Delta in Italia tre sono le ragionevoli certezze: innanzitutto il numero di sequenziamenti effettuati è modesto e eterogeneo a livello regionale; in secondo luogo, il contact tracing non è stato ripreso, nonostante i numeri del contagio lo permettano. Infine, preoccupa il confronto con quanto sta accadendo nel Regno Unito, dove la variante si diffonde velocemente: in Italia infatti poco più 1 persona su 4 ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 26,5% della popolazione ha ricevuto solo una dose e il 46% è totalmente privo di copertura. Percentuali preoccupanti considerando la minore efficacia di una sola dose nei confronti di questa variante”.
Il nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva che dalla settimana 5-11 maggio a oggi il numero di persone testate per il Sars-Cov-2 si è progressivamente ridotto del 52,7%, passando da 662.549 a 313.122 e con rilevanti e ingiustificate differenze regionali. La fondazione intravede il rischio di una “sottostima dei nuovi casi” di infezione da Sars-Cov-2.
I dati sono sicuramente in calo. Per esempio nella settimana 16-22 giugno 2021 si registrano i seguenti dati: -36,5% casi di coronavirus, -46,2% decessi, -31,3% di ricoveri con sintomi e -28,2% di terapie intensive Covid. Dal picco avuto il 6 aprile ad oggi i posti letto occupati in area medica da pazienti Covid sono scesi da 29.337 a 2.289 cioè -92,2% e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 362 e cioè -90,3%. Da 10 settimane sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media a 32 al giorno rispetto ai 59 della settimana precedente.
Il Presidente della Fondazione Gimbe sottolinea: “Da 14 settimane consecutive si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati conferma una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell’attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta l’insufficiente tracciamento dei contatti, cruciale in questa fase della pandemia”.
Inoltre sembra che la campagna vaccinale sia rallentata nonostante gli oltre 3 milioni di dosi in frigo. Nell’ultima settimana sono state somministrate 3.751.029 milioni dosi. Al 23 giugno risultano consegnate circa 50 milioni di dosi, pari al 66% di quelle previste per il primo semestre 2021.
Nino Cartabellotta dichiara: “Rispetto alle forniture stimate rimarrebbero da consegnare entro la fine del secondo trimestre 25,9 milioni di dosi, il 34% di quelle originariamente previste. Anche non considerando quelle di vaccino di CureVac, che non ha superato con successo i test clinici, è certo che non arriveranno 18,6 milioni di dosi entro fine mese”.
Quanto alla copertura, al 23 giugno, il 54% della popolazione, ovvero oltre 32 milioni di cittadini, ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 27,6%, ovvero oltre 16 milioni, ha completato il ciclo vaccinale. Nella popolazione più a rischio, l’86% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose, ma il 14%, ovvero quasi 2,5 milioni di over 60, non ne ha ricevuta nessuna e sono forti le differenze regionali. Ci sono poi oltre 5,4 milioni di over 60 devono ancora completare il ciclo vaccinale, anche se gli ultimi dati mostrano che una singola dose di vaccino (Pfizer o AstraZeneca) riduce la probabilità di malattia del 31% e di ricovero del 75% e tali percentuali salgono rispettivamente al 80% e al 94% con il ciclo completo.