Giorgio De Chirico approda ad Amburgo

Dal 22 gennaio fino al 25 aprile sarà possibile ammirare le città e le piazze vuote di Giorgio De Chirico. Lavori che oggi più che mai si presentano attuali e “sentiti“.

Realtà magica, “Magische Wirklichkeit“, il titolo del percorso inedito fra ben 35 capolavori della fase della ricerca metafisica del grande artista italiano, ha inaugurato ieri, solo virtualmente, alla Kunsthalle di Amburgo.

Insieme a De Chirico, si potranno ammirare le opere di altri grandi artisti.  Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Alberto Magnelli, Alexander Archipenko, Pablo Picasso, ma anche Arnold Böcklin e Max Klinge.

Alexander Klar Direttore del museo ha esordito: “De Chirico era un profeta; le atmosfere da incubo delle sue tele non sono mai state così attuali. Soprattutto alla luce delle città divenute deserte in tutto il mondo, per effetto della pandemia. E oggi vogliamo dimostrare che queste immagini sono universali“, ha aggiunto.

Del resto, De Chirico visse grandi traumi collettivi: Le sue opere sono profondamente influenzate dalla tragedia della prima guerra mondiale e dalla Spagnola, in cui persero la vita 50 milioni di persone” ha ricordato l’ambasciatore italiano a Berlino, Luigi Mattiolo.

Mattiolo ha evocato la forza di quel: “desolato e astratto paesaggio italiano, dove i parchi e le piazze non sono più luoghi di passeggiate, ma non luoghi, mondi sospesi che non ci erano familiari fino all’esplosione della pandemia“.

De Chirico uomo e artista europeo

De Chirico trascorse diciassette anni in Grecia, tre in Germania, al seguito del fratello minore, enfant prodige che avrebbe dovuto studiare composizione a Monaco; poi l’approdo in Italia e il contatto con le avanguardie di Parigi” spiega la curatrice Annabelle Goergen Lammers.

Aggiunge la curatrice: “Tutto questo confluisce nelle opere del periodo metafisico, dove sono evidenti anche le tracce dell’influenza di Nietzsche e del tardo romanticismo tedesco. Ed è infatti nella tela “Il cervello del bambino”, centrale in questa esposizione, che il rapporto con il filosofo tedesco viene citato in modo esplicito. Il libretto giallo tenuto in mano dalla figura protagonista richiama l’edizione di ‘Così parlò Zarathustra’, che De Chirico lesse in francese e che aveva appunto una copertina gialla“.

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