Giornata internazionale del Mare Mediterraneo

Il Mare Mediterraneo è un mare ricco di storia, cultura, bellezza e biodiversità. Ma anche un ecosistema molto fragile esposto a grandi rischi che richiede di essere tutelato. Anche per questo, l’8 luglio , si celebra la Giornata internazionale del Mar Mediterraneo. Viene istituita nel 2014 grazie alla collaborazione di Earth Day Italia, ANCIS-LINK, ASC-CONI e con l’apporto fondamentale della Marina Militare Italiana.

Un’’occasione per aumentare la consapevolezza sul suo stato di salute e sui pericoli che lo minacciano.

Il Mare dove per molti, è terminato il viaggio

Purtroppo da molti, troppi anni , il Mare Nostrum viene  tristemente nominato, per tutti coloro che in quel mare hanno perso la vita. Donne, uomini e bambini che hanno tentato di attraversarlo, in fuga dalla guerra o dalla fame e ne sono stati inghiottiti.Inoltre per ricordare i ripetuti, fallimentari tentativi,di dare una risposta europea alla crisi dei migranti e la sconfitta del tema dei diritti umani, di cui spesso si perde traccia, oltre che in mare, nel dibattito pubblico e politico. 

Il significato della Giornata internazionale

Rimane il significato fondante della Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo che resta legato all’ambiente, dato che lo sfruttamento  delle risorse naturali sono all’origine anche delle povertà, delle guerre e delle migrazioni che ne conseguono, provocando disuguaglianza e discriminazione.

Uno stato di salute precario

Il Mediterraneo è l’habitat di oltre 12mila specie, tra il 4% e il 12% della biodiversità marina mondiale. Ma anche uno dei luoghi più minacciati dell’intero pianeta, data la presenza di migliaia di rifiuti che vi si stabilizzano ogni anno.
Uno studio afferma che l’Italia è nella Top3 dei Paesi che riempiono di plastica il Mediterraneo, con 34mila tonnellate di rifiuti ogni anno, assieme a Egitto e Turchia. Le previsioni sono catastrofiche:  la quantità di plastica nel Mediterraneo è destinata a crescere del 4% ogni anno.
Secondo la FAO, Food and Agriculture Organization, l’area marina che tiene insieme Mar Mediterraneo e Mar Nero è quella soggetta a maggiore sfruttamento ittico.
Il Mediterraneo è attualmente il mare più sovrasfruttato del mondo, con oltre il 90% di stock pescati oltre quello che è considerato il livello sostenibile, vale a dire, al di sopra del rendimento massimo sostenibile.
Attualmente le specie più importanti a livello commerciale nel Mar Mediterraneo, sono sfruttate 10 volte di più rispetto a quanto consigliato dagli scienziati.

Le  indicazioni, disattese, della Convenzione di Barcellona

Una delle mancanze principali che viene attribuita all’Italia, è quella di non rispettare in modo analitico gli obblighi previsti dalla Convenzione di Barcellona, istituita nel 1976, e che consiste nell’attuazione di azioni precauzionali per prevenire, combattere ed eliminare l’inquinamento dell’area del Mar Mediterraneo e per proteggere e valorizzare l’ambiente marino dell’area. La Convenzione inoltre invita le Parti a lavorare in maniera congiunta e promuove attività per lo sviluppo sostenibile delle Comunità del Mediterraneo.

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