Giornata Mondiale contro l’OmoBiTransfobia: davvero ne abbiamo bisogno?

Quanti di voi hanno sentito questa frase: “ma è necessario dedicare la giornata mondiale a…” in merito non so, del whisky che ad esempio si festeggia il 19 maggio, oppure delle api o tartarughe che si festeggiano il 20 e il 23 maggio. Sicuramente non è una domanda che viene fuori ad esempio il 15 maggio quando abbiamo festeggiato la Giornata Mondiale della Famiglia. Perché tutti ne abbiamo una e desideriamo festeggiarla. Però spesso le altre sembrano così, diciamo campate in aria. Ma quello che personalmente ho sentito è “ma è necessaria la giornata mondiale contro l’omofobia? in fin dei conti in Italia avete fatto dei passi avanti. Ora potete anche sposarvi. E chi ve lo ha fatto fare“.

Solo per questa affermazione bisognerebbe chiudere qui e dire: “si abbiamo bisogno della Giornata Mondiale contro l’OmoBiTransfobia”. Ma penso che il modo migliore di rispondere a questa domanda sia con una testimonianza. Lui è Giacomino, nome di fantasia ovviamente:

Ho sempre pensato di essere sbagliato. E questo sentirmi sbagliato mi ha sempre portato a farmi tante domande. Perché sarei sbagliato? Beh tutti hanno la fidanzatina ed io no. Come mai non mi interessa avere la fidanzatina? Mi son detto forse ti interessano altre cose. E gli anni passavano. La fidanzatina di alcuni è diventata fidanzata e tu ancora non ne hai una. Ora sei più grande, vai alle superiori, ma nulla. Di una fidanzata nemmeno l’ombra. Amiche tante, ma nessuna che attiri la tua attenzione. Almeno quel tipo di attenzione.

Poi un giorno la tua vita cambia. Cambia in circa 15 minuti. 15 minuti che ti cambieranno per una vita intera. Tu hai 14 anni e un conoscente decide di “dedicarti” il suo tempo. Tu hai 14 anni e lui 35, lo vedi come una persona da rispettare. Più grande, con un lavoro e che ti sta anche simpatico. Solo che di quella persona non conosci nulla, in fin dei conti la vedi solo in alcune occasioni della tua vita. Beh 15 minuti posso garantire che bastano per conoscere tutto di una persona. Non so come e non voglio ricordare il perché. So solo che mi sono ritrovato a 14 anni a essere preso, posseduto e scaricato… tutto in 15 minuti. 

Ovviamente ti risparmio i particolari. Ma lui 35enne, diceva a me 14enne “tranquillo vedrai che ti piacerà.” No, posso garantire che non mi è piaciuto. O comunque non mi è piaciuto in quel momento, in quel contesto e in quell’occasione. È vero quando dicono: “ti senti sporco”. È la sensazione giusta, come se non ti lavassi da mesi. Cerchi di cancellare quella cosa dalla tua pelle. Hai paura che possa rimanere qualche odore, qualche profumo. Hai paura che qualcuno passandoti vicino possa sentire quell’odore e additarti. 

E li altre domande: “Perché? Ho magari fatto qualcosa che gli ha fatto capire che poteva farlo? Sicuramente è colpa mia. Ma perché ci sono andato? Ovviamente me la sono cercata. Ora basta è finita e non bisogna dirlo a nessuno”. Ma purtroppo rimarrà li per sempre. Rimarrà dentro di te e quando ci ripensi e come se lui fosse ancora dentro di te. 15 minuti che ti cambiano la vita per sempre. E non solo per la violenza subita in quel momento, ma per quella costante che ti riversano gli altri e le altre addosso. Tu stai soffrendo, ti stai mangiando dentro e gli altri non capiscono. E infieriscono.

“Finocchio dove vai?” “Ehi frocetto” “FROCIO, FROCIO, FROCIO”. Imperterriti, ogni giorno tutti i giorni. Qualunque strada prendessi erano li sempre. Ho sempre avuto paura che prima poi mi bastonassero e forse in un piccolo angolo del mio cuore lo speravo così almeno da scoppiare in lacrime e far uscire tutta la tristezza e la rabbia che avevo dentro. Ma non è mai successo per fortuna. Però so che ogni volta che prendevo una strada loro sarebbero stati li. Così capisco che non posso andare avanti così. Da tutto quello che ti sto raccontando penserai che siano passati tanti anni. Invece no. Ho 15 anni quando capisco che io non sono sbagliato. Quello che mi stava succedendo non era causa mia. 

L’essere sempre per i fatti miei in quell’ultimo anno della mia vita mi è servito. Mi ha aiutato a farmi ancora più domande. Non era come oggi che se hai bisogno apri un motore di ricerca qualunque e digiti e ti informi. La cosa più tecnologia all’epoca erano le schede telefoniche per le cabine. E le lire erano ancora in vigore.

Le ricerche che ho fatto sono state interiori. Ho parlato con me stesso perché non potevo parlare con nessuno. Anche perché non sapevo cosa dire, non sapevo cosa avrei potuto rispondere se mi avessero fatto delle domande.  Avevo 15 anni quando ho capito che nessuno mai mi avrebbe più ferito. Nessuno mai avrebbe abusato di me in nessun caso. E in quel momento è arrivata la mia prima fidanzatina, ma anche il primo fidanzatino. E negli anni sono state varie e vari.

Ho provato amore per un uomo e ho provato amore per una donna. Con loro ho fatto l’amore ed ho fatto sesso. Ho scoperto il mio corpo, ho analizzato me stesso. Ho accettato me stesso prima di ogni altra accettazione. Oggi il mio interesse è solo per gli uomini, interesse ovviamente sentimentale e intimo; per le donne nutro una stima immensa, un rispetto che va oltre l’amore. Loro sono come noi. Loro combattono battaglie che il “vero maschio” non combatterà mai.

Un “vero maschio” non verrà offeso con epiteti di cattivo gusto. Il “vero maschio eterosessuale” non sarà mai rincorso e pestato in strada perché porta lo smalto alle unghie. Un “vero maschio” non si sentirà mai dire nulla su come si veste. Il “vero maschio” mette tre metri di lingua in bocca alla sua donna mica ad un altro uomo.

Ecco perché serve ancora e più di prima la Giornata Mondiale contro l’OmoBiTrasnfobia.

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it