L’editoriale del Direttore
C’è chi scommette che se andassimo al voto domani vincerebbe l’astensionusmo, chi, viceversa, è certo di un trionfo del Centro Destra e chi crede in un rigurgito di preferenze per il Centro Sinistra.
Di certo i due grandi schieramenti sono in sofferenza per divergenze accuitesi dopo la formazione del Governo Draghi, amato e odiato al tempo stesso per aver voluto mettere nel calderone della maggioranza partiti di una una parte e dell’altra.
Il Centro Sinistra è diviso in troppi partiti minori che se facessero squadra col il Partito Democratico sarebbero un osso duro da battere per i competitor della parte opposta.
Il Centro Destra, conta troppo sull’ultimo edito della consultazione elettorale e sulla destra incombe l’inevitabile separazione da FdI, che non ha voluto far parte del Governo. Il partito di Giorgia Meloni si gioca di te una leader agguerrita, politicamente preparata, dialetticamente corretta e soprattutto emblema di un raro esempio di coerenza politica ad oltranza, costi quel che costi.
Ma cosa pensano gli italiani dei due maggiori schieramenti politici che ambiscono a vincere le prossime elezioni e a governare il paese?
Ce lo racconta ogni lunedì, l’inesorabile e puntuale sondaggio del TgLa7 condotto da Enrico Mentana, con le rivelazioni sull’intenzione di voto degli italiani.
Secondo il sondaggio, la prima forza a livello nazionale si confermerebbe Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, seppure marcando un lieve calo dello 0,2% e data al 20,3 per cento. A tallonare FdI c’è la Lega di Matteo Salvini, che perde progressivamente terreno lasciando sul pavimento un decimale e assestandosi e al 20 per cento.
La terza piazza è tutta per il PD che perde 0,3 punti in sette giorni, fermandosi al 18,8 per cento.
La sorpresa viene dal M5s, forte dell’effetto-Giuseppe Conte che mette le ali ai grillini, facendogli fare un balzo di qualità o se preferite di quantità, passando dallo 0,6% al 15,8 per cento. Il secondo dato, altrettanto clamoroso è quello di Forza Italia che sale dello 0,6% e si porta al 7,1%, a dimostrazione che, nel bene e nel male, le politiche portate avanti dai Ministri azzurri attraggono i favori di quella parte di elettorato che si definisce moderato.
Nell’area di Centro Sinistra, Azione di Carlo Calenda perde lo 0,3% e si porta al 3,8 per cento, mentre cresce Sinistra Italiana, che dallo 0,1% si porta al 2,5 per cento. Tutti in calo gli altri con Mdp-Articolo 1 che viene quotato al 2,4% (in calo dello 0,2%) e Italia Viva di Matteo Renzi quotata al 2,3%, in calo di 0,2 punti percentuali. Sale +Europa che va al al 2% , ovvero in crescita di 0,2 punti percentuali. I Verdi sono stabili all’1,8% e Coraggio Italia all’1,1%, in calo dello 0,2 per cento. Le altre liste, complessivamente, raccolgono il 2,1% .
Comunque, il 39% del campione non esprime alcuna preferenza.
Insomma, il sistema politico nazionale risente ancora di troppe divisioni interne agli schieramenti e ai singoli partiti, di troppi cambi di indirizzo politico spesso in contraddizione con la precedente linea seguita, di troppi personalismi e di un’eccessiva dose di opportunismo, di poco senso della realtà e delle criticità che la gente comune deve affrontare. La politica italiana è sotto scacco per non essere riuscita ad essere coesa nel momento in ci sarebbe stato bisogno di unità tanto da indurre il Capo dello Stato a rivolgersi ad un estraneo alla politica di professione, ma sufficientemente esperto per far recuperare al paese il vuoto di una politica urlante, inconcludente ed esageratamente autoreferenziale, un esperto mediatore e razionaluzzatore con il vantaggio di disporre di una pregressa credibilità internazionale sul piano professionale e personale che ha ottenuto i conseguenti benefici per il Paese.
C’è ancora troppa distanza da colmare tra il paese reale e il paese legale e c’è ancora molto lavoro da fare e molte questioni da risolvere per riavviare il sistema paese ed essere certi di ottenere gli attesi consensi da parte degli elettori.