“Grazie a Corrado Augias”. La famiglia Regeni in diretta su rai2

Grazie a Corrado Augias per la decisione di restituire la Legion d’onore poiché è la stessa onoreficenza consegnata ad Al Sisi. L’esempio di Augias è di meravigliosa coerenza e di sostegno per le cause per i diritti civili“.

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Cosi i genitori di Giulio Regeni, il giovane ricercatore torturato e ucciso in Egitto nel 2016, hanno ringraziato il giornalista per il suo gesto dal programma di Fabio Fazio. Il ragazzo,ricordiamolo, era un dottorando italiano dell’Università di Cambridge che fu rapito il 25 gennaio, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir, e ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani.



Augias, in una lettera al direttore de La Repubblica ha spiegato i motivi di questo suo gesto “nello stesso grave e puramente simbolico” come ha dichoarato lui stesso.

Caro direttore, domani lunedì 14 dicembre, andrò all’Ambasciata di Francia per restituire le insegne della Legion d’onore a suo tempo conferitemi. Un gesto nello stesso grave e puramente simbolico, potrei dire sentimentale.

Sento di doverlo fare per il profondo legame culturale e affettivo che mi lega alla Francia, terra d’origine della mia famiglia. La mia opinione è che il presidente Macron non avrebbe dovuto concedere la Legion d’onore ad un capo di Stato che si è reso oggettivamente complice di efferati criminali.

Lo dico per la memoria dello sventurato Giulio Regeni, ma anche per la Francia, per l’importanza che quel riconoscimento ancora rappresenta dopo più di due secoli dalla sua istituzione

Nella mattinata di oggi Corrado Augias si è recato all’ambasciata francese a Roma per restituire la Legion d’Onore ricevuta dalla Francia nel 2007. All’uscita il giornalista ha dichiarato:


L’ambasciatore ha detto che capisce il mio gesto e che non lo condivide. Ho ricordato che Gheddafi nel 2009 a Roma è stato ricevuto con la banda e le bandiere ma non gli è stata data nessuna decorazione. Al Sisi, che ha una posizione così ambigua, poteva essere ricevuto con ogni onore di Stato ma senza quel riconoscimento aggiuntivo. L’ambasciatore ha ribadito che la Francia sarà sempre in prima linea per i diritti umani. È stato un colloquio amaro e cordiale. Al Sisi è oggettivamente complice di comportamenti criminali compiuti da suoi sottoposti

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