Un’altra notte è trascorsa e il conflitto russo ucraino prosegue. Ecco la situazione nelle principali città e quella dei due fronti: forze armate, Presidenti e civili.
Partiamo da Kiev. “La situazione a Kiev e dintorni sta migliorando e lentamente la città sta ritrovando una certa tranquillità – afferma il Capo dell’amministrazione militare Mykola Zhirnov – mentre invece non cessano i bombardamenti sulle città di Irpin e di Makariv, non lontane dalla capitale, e anche a Hostomel e Brovary”.
Diversa la situazione a Mariupol. “Oggi è molto difficile dire per quanto durerà la guerra – ha detto il Sindaco Vadym Boytchenko -. Oggi il nostro comandante della Guardia Nazionale ha detto con fermezza e con voce d’acciaio che noi non cederemo neanche un centimetro di terra del Paese chiamato Ucraina. Noi resisteremo fino all’ultimo. E il nostro Paese è con noi”.
Le forze russe si ritirano dalla centrale di Chernobyl
Le forze russe si sono ritirate dalla centrale di Chernobyl e hanno portato via degli ostaggi. Lo riferiscono le autorità ucraine. “Lasciando la centrale nucleare di Chernobyl, gli occupanti russi hanno preso con loro dei membri della guardia nazionale che tenevano in ostaggio dal 24 febbraio”, ha dichiarato l’agenzia di stato ucraina ENERGOATOM su Telegram, citando dei dipendenti della centrale. Per la controparte, nella regione di Kherson, le forze armate ucraine hanno liberato dalle forze russe 11 villaggi, secondo quanto rivendicano le forze armate ucraine citate da UKRINGORM e dal Kyiv Independent.
Per quanto riguarda il Palazzo mentre Zelensky scopre e licenzia due traditori fra i suoi generali, Putin sembra sempre più solo. Così appare al Segretario della difesa britannico, Ben Wallace. “Il Presidente Putin non è più quella forza che era. Ora è un uomo in gabbia, nella gabbia che si è costruito da solo. Il suo esercito – spiega Wallace – è allo stremo, ha avuto perdite significative. La reputazione di questo grande esercito russo è stata distrutta” e il leader del Cremlino “non solo ora dovrà vivere con le conseguenze di ciò che ha fatto in Ucraina, ma anche con le conseguenze di ciò che ha fatto al suo stesso esercito”.
Infine, ma non meno importante, il fronte dei civili. Dopo cinque settimane di guerra oltre 4 milioni di rifugiati sono fuggiti dall’Ucraina. A questi bisogna aggiungere ben 6,5 milioni di civili ucraini che sono sfollati interni, il 90% dei quali sono donne e bambini. Lo ha denunciato l’UNHCR. “Siamo di fronte a una crisi umanitaria gigantesca, che cresce ogni secondo”, scrive l’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati.
Solo ieri 1458 civili evacuati, 631 da Mariupol
In particolare, sono stati 1458 i civili ucraini evacuati nella giornata di ieri, 31 marzo, dal Sud dell’Ucraina. Lo ha reso noto la Vicepremier Iryna Vereshchuk, citata da Kvyv Independent. Solo 631 persone sono state evacuate dall’assediata Mariupol a Zaporizhzhia. Le altre provenivano da Berdiansk, Enerhodar e altre città nell’oblast di Zaporizhzhia.
Intanto, Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, insiste nella sua proposta di un incontro diretto fra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Così scrive l’Ufficio di presidenza turco, citato dall’agenzia russa TASS.
Di questa mattina, infine, la notizia della morte di un miliziano italiano di 46 anni, Edy Ongaro, combattente con le forze separatiste del Donbass. Ongato è rimasto ucciso ieri in battaglia, nel villaggio di Adveedka, a nord di Donetsk, colpito da una bomba a mano.