Zingaretti non usa mezzi termini per definire il cybercrime al sistema informativo della Sanità della Regione Lazio che ha rallentato considerevolmente anche la campagna vaccinale.“La situazione è molto grave in quanto questi attacchi della cybercrime, già avvenuti in altri angoli del mondo, sono molto invasivi e la soluzione è molto complessa. Di fronte agli attacchi non c’è dubbio che il segnale più importante da dare è di non interrompere le attività istituzionale dell’Ente” – aggiunge Zingaretti, sottolineando che si tratta di “un violentissimo attacco cyber da parte di gruppi criminali internazionali o terroristici, saranno le indagini a stabilire i contorni, che ha inserito un ransomware, ovvero un virus che ha criptato il nostro mondo online e ha bloccato la capacità di erogare la gran parte dei servizi alla comunità”.
“Già dalle prime ore dell’alba di ieri sono state allertate tutte le istituzioni investigative del Paese e tutti i livelli di governance per quanto riguarda la cybersecurity del sistema istituzionale nazionale” – precisa Zingaretti che aggiunge – “La società LazioCrea ci comunica che i dati della banca dati della Sanità della nostra Regione sono in sicurezza, salvati e puliti rispetto all’attacco cyber, così come altri dati. La rapina dei dati non è andata in porto. Siamo quindi in una situazione di impegno per riattivare i servizi della salute in primo luogo. La rete è ferma perché appunto la presenza del virus ne impedisce per motivi ovvi la riattivazione del sistema che permetterebbe allo stesso di circolare libero dentro la nostra rete”.
”Il Lazio è vittima di un’offensiva criminosa, probabilmente la più grave mai avvenuta sul nostro territorio nazionale. Nella notte tra domenica e lunedì, alle ore 2.30 c’è stato un nuovo tentativo di accesso al sistema, che è stato respinto e questo secondo non ha prodotto danni ulteriori all’efficienza della rete”, prosegue Zingaretti.
”Sono stati bloccati quasi tutti i file del centro elaborazione dati e le prenotazioni dei vaccini. Le prenotazioni sono ancora ferme. Al momento il sistema è spento per consentire la verifica interna del sistema, soprattutto non è possibile riaccenderlo per evitare il propagarsi di ulteriori danni e anche perché gli attacchi sono ancora in corso e quindi è opportuno difendere il sistema. La situazione -ripete- è molto seria e molto grave’‘.
“Circolano tante voci – dice il Presidente della regione – come quella del riscatto che sono totalmente infondate. Quello che probabilmente ha creato l’equivoco è che nella web page del virus compare l’invito a contattare un presunto attaccante. Ma l’unica cosa che è stata fatta dall’agenzia Laziocrea è stata quella di consegnare il file alla polizia postale e agli inquirenti, quindi di non avviare in alcun modo nessuna interlocuzione con chi ha attaccato il nostro sistema. La Regione non discute e non tratta con gli interlocutori che ci stanno attaccando”.
D’Amato: “Ripristino funzionalità entro metà mese”
”Ci sono problemi su Cup e Recup e siamo al lavoro per garantire il ripristino della funzionalità entro metà mese” – dice l’Assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato nel corso della conferenza stampa. ”Nessun dato sanitario è stato violato né rubato”, spiega l’assessore, sottolineando che non ci sono state ripercussioni né sui ricoveri né sugli interventi chirurgici. ”Questo è il più grave attacco mai avvenuto in una pubblica amministrazione italiana”, rileva D’Amato.