Lo scrive l’esperto di comunicazione Stefano Latini nell’ultimo magazine sull’innovazione di Ipsoa nel quale si fa il punto sul rapporto tra le ‘macchine’ e il lavoro. E a sorpresa si scopre che nei Paesi piu’ ‘robottizzati’ il lavoro non diminuisce. Anzi aumenta. “I robot – spiega Latini – saranno dirompenti nel loro affermarsi ma estremamente vantaggiosi per i mercati del lavoro.
Un esempio per tutti sono il Giappone e la Corea del Sud che hanno la più alta penetrazione di robot: sono milioni, ma la forza lavoro è divenuta altrettanto elevata.
In particolare, uno studio della Yale University ha esaminato la produzione giapponese tra il 1978 e il 2017 ha rilevato che un aumento di un’unità robotica ogni 1.000 lavoratori ha aumentato l’occupazione di un’azienda del 2,2%.
Inoltre – in una una ricerca della Bank of Korea si spiega che “ la robotizzazione ha spostato i posti di lavoro dalla produzione ad altri settori, ma che non vi è stata alcuna diminuzione dei posti di lavoro complessivi, semmai un arricchimento del capitale lavoro umano”.