Il Capo dello Stato commemora D’Antona e le vittime dei Brigatisti

Il Presdiente della Repubbica, in un messaggio in occasione dell’anniversario della scomparsa di Massimo D’Antona, il giurista assassinato dalle Nuove Brigate Rosse il 20 maggio del 1999 ha dichiarato:“Guidare i processi economici e civili, cercando di rendere più moderno il Paese, con le sue imprese e la sua Pubblica Amministrazione e, al tempo stesso, di garantire inclusione e coesione, resta un traguardo verso il quale orientare l’azione delle istituzioni, dei corpi sociali, dei cittadini”.

“Per onorare – aggiunge il Capo dello Stato – gli uomini che hanno pagato con la vita il loro impegno per migliorare le condizioni di lavoro e per costruire politiche pubbliche capaci di ridurre le diseguaglianze, con servizi efficienti e più facile accesso all’occupazione. D’Antona, era un riformatore, un uomo del dialogo che ha posto la propria passione civile a servizio del progresso del Paese: per questo è stato ucciso da terroristi sconfitti, ridotti ormai a una banda di killer sanguinari.

Nella follia e disumanità brigatista – conclude il Presidente della Repubbica – D’Antona è stato individuato come obiettivo da eliminare, al pari di altri intellettuali: Tarantelli, Ruffilli, Biagi, accomunati dall’opera di cucitura tra interessi potenzialmente contrastanti e tra le necessarie innovazioni e la tutela dei diritti a cui la Costituzione dà carattere di universalità”.

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