Il mafioso Gaspare Spatuzza,divenuto collaboratore di giustizia, ha contribuito a riscrivere la storia delle stragi di Capaci e via D’Amelio e aveva chiesto di tornare in libertà.
La sua richiesta è stata accolta, cone del testo il 3 maggio 2021 anche Giovanni Brusca era tornato in libertà dopo aver collaborato con la giustizia.
Spatuzza è nato a Palermo l’8 aprile 1964 ed era affiliato al clan di Brancaccio, ovvero la famiglia mafiosa che all’epoca era guidata da Filippo e Giuseppe Graviano. Spatuzza è soprannominato “u Tignusu” per la sua calvizie o l’imbianchino per il mestiere che svolgeva e si è autoaccusato di aver rubato la micidiale Fiat 126 rossa impiegata come autobomba in via D’Amelio, dove il 19 luglio 1992 sono morti Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta.
Spatuzza è anche tra gli autori materiali dell’omicidio di Don Pino Puglisi nel 1993 ed è colui che ha rapito il 13 enne Giuseppe Di Matteo, ucciso nell’acido, per vendicarsi del padre Santino e del suo pentimento. L’Antimafia lo aveva catturato nel 1997 mentre si trovava all’ospedale Cervello di Palermo.
(Foto screenshot da YouTube)