Artyom Severiukhin, pilota di kart russo di 15 anni, vince a Portimaio, prima tappa dei campionati europei di kart e sul podio si è toccato due volte il petto con il pugno e ha allungato il braccio destro, facendo il saluto nazista. Rappresentava il team svedese Ward Racing, che oggi lo ha licenziato, a seguito del gesto: “È stato un gesto stupido. Ha detto di essere molto dispiaciuto, ma abbiamo deciso di terminare questa mattina il rapporto di lavoro con lui”.
Severiukhin, piangendo e balbettando, tenta di spiegare e si scusa: “I ragazzi davanti al podio mi hanno mostrato che in alcuni casi in Italia ci si batte il petto per mostrare gratitudine. Non c’era alcuna intenzionalità nelle mie azioni, nessun supporto in quel senso e nessuna volontà di offendere il mio team. Scusatemi”. Insomma, per lui era uno scherzo con gli amici.
Il gesto di Severiukhin ha scatenato indignazione e polemiche e infatti, immediata, la condanna dell’Aci (Automobile club d’Italia): “Un comportamento deplorevole. Domani si terrà una giunta straordinaria per prendere provvedimenti urgenti riguardo il pilota russo Artyom Severiukhin”.
La scuderia Severiukhin continua, palesando tutto il suo disprezzo: “Ci vergogniamo profondamente per il comportamento del nostro pilota. Le azioni di Severyukhin durante la cerimonia di premiazione erano personali e non rappresentano punti di vista e valori di Ward Racing che, al contrario, condanna con la comunità internazionale l’invasione russa dell’Ucraina. Una manifestazione di un comportamento antisportivo ed una violazione inaccettabile del codice etico e morale dello sport”. La squadra svedese ha una storia particolare, unisce infatti piloti di diversi Paesi, che poi gareggiano ognuno con una licenza speciale (Severiukhin appunto con quella italiana).
Sui social Artyom si scusa pubblicamente: “Mi voglio scusare con tutti per quanto successo ieri sul podio. Ho fatto un gesto che molti hanno percepito come un saluto nazista. Non è vero. Non ho mai supportato il nazismo e lo considero uno dei peggiori crimini dell’umanità. Gareggiavo sotto licenza italiana, con la bandiera italiana. I ragazzi di fronte al podio mi hanno fatto vedere che in Italia non è costume colpirsi sul petto e stendere il braccio. Volevo solo fare il gesto e non so spiegare come sia nato. So di essere colpevole e so di essere stato sciocco e sono pronto ad essere punito, ma per favore credete al fatto che non c’era intenzione nelle mie azioni. Non c’era supporto verso il nazismo o il razzismo. Non c’era il desiderio di offendere spettatori, tifosi, atleti, la squadra né chi stava guardando l’evento. Scusatemi”.