Il Senato ha approvato oggi la riforma dell’ordinamento giudiziario e del CSM, confermando il testo della Camera, che è stato convertito in legge con 173 SÌ, 37 NO, e 16 astenuti. Hanno votato NO i gruppi d’opposizione, Fratelli d’Italia e Cal. Tra gli astenuti ci sono stati i senatori di Italia Viva. Ha, invece, espresso il SÌ con riserva, la Lega che ieri aveva tentato un ultimo blitz sulle misure cautelari riproponendo il testo già bocciato dall’astensione ai referendum. Tuttavia, cinque Senatori del Carroccio si sono astenuti: Roberto Calderoli, Andrea Ostellari, Simone Pillon, Alberto Bagnai e Carlo Doria. In favore del provvedimento Matteo Salvini e la responsabile giustizia, GiuliaBongiorno, che aveva annunciato il SÌ del gruppo in Aula. Tutti gli altri Senatori hanno seguito le indicazioni di voto dei rispettivi gruppi: a favore il M5s, PD, FI, Autonomie e Leu; contrari FdI, Cal e Italexit.
Prima delle dichiarazioni di voto è intervenuta la ministra della Giustizia Marta Cartabia, che ha ricordato i solleciti su questi temi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che hanno portato all’elaborazione di questa riforma. “Un provvedimento preceduto da un lungo lavoro, non semplice, portato avanti con il contributo di molti”. La legge consentirà che l’imminente rinnovo del Consiglio Superiore della Magistratura si svolga con nuove regole affinché questa istituzione, presidio costituzionale e imprescindibile dei principi dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario, principi irrinunciabili”.
L’unico leader di partito a parlare in Senato è stato Matteo Renzi che da una parte ha ribadito il giudizio del suo partito sulla riforma definita da tempo “inutile“ e dall’altra parte Renzi ha approfittato dell’occasione per fare un lungo excursus sui rapporti tra politica e magistratura.
Anche tutti i partiti che hanno votato a favore, ciascuno a modo suo, hanno sostenuto in Aula che “si poteva fare di più e meglio”.